Prima Prova Maturità: saggio breve sulle unioni civili - Studentville

Prima Prova Maturità: saggio breve sulle unioni civili

Prima prova maturità: saggio breve svolto sulle unioni civili, per affrontare al meglio lo scritto della Maturità.

PRIMA PROVA MATURITÀ: SAGGIO BREVE SULLE UNIONI CIVILI

Alla prima prova Maturità potrebbe saltar fuori una traccia sulle unioni civili. L’argomento Unioni Civili è stato molto dibattuto negli ultimi anni, e di conseguenza tra i maturandi inizia ad insinuarsi il sospetto che alla prima prova maturità il Miur inserirà una traccia a riguardo, visto che neanche l’anno scorso alla fine non è saltata fuori. E’ possibile allora che vi ritroverete di fronte ad un tema di attualità sulle unioni civili, ma non è da escludere neanche un saggio breve su questo argomento. Come fare allora? Innanzitutto è opportuno informarsi bene, in modo da non rimanere indietro e non rischiare di sbagliare le informazioni riportate. In secondo luogo è meglio se iniziate a preparare un saggio breve come esempio da seguire. Se non sapete come fare state tranquilli: vi forniremo qui un esempio svolto, in modo che prendiate spunto per un’eventuale traccia alla Maturità.

Tieni sempre sotto mano:

Per approfondire l’argomento leggi:

 

PRIMA PROVA, SAGGIO BREVE SULLE UNIONI CIVILI: TRACCIA

Prendiamo allora come esempio una traccia di saggio breve sulle unioni civili. Ecco i documenti:

Documento 1. La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società. (Joseph Ratzinger, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali)

Documento 2. Siamo ancora in attesa di un argomento, di un solo argomento consistente, a favore del riconoscimento legale dei PACS. Un breve ragionamento, assolutamente laico, potrà convincerci di quanto appena detto. Le coppie di fatto si dividono in due categorie: quelle che non vogliono e quelle che non possono sposarsi. Delle prime, ragionando in linea di stretto principio, non solo è opportuno, ma è doveroso che il diritto non si occupi: l’intenzione dei conviventi (apprezzabile o meno che sia sul piano strettamente morale) è proprio quella – pur potendolo fare – di non legarsi giuridicamente e non si vede proprio perché la legge dovrebbe far loro la “violenza” di considerarle comunque legate, sia pure attraverso un labile PACS, contro la loro volontà. Si osserva: ma queste coppie escludono solo il matrimonio “tradizionale”, non altre forme di riconoscimento giuridico; se chiedono l’istituzione del PACS è proprio perché vorrebbero usufruire di alcuni diritti (in genere di carattere economico), che non sono attualmente riconosciuti se non alle coppie sposate. Ma la ragione per la quale tali diritti non sono loro riconosciuti è che esse non hanno l’intenzione di assumere quei doveri che sono parte essenziale dell’istituto matrimoniale. Non si può, in buona sostanza, non valutare se non come parassitaria e quindi indebita l’intenzione di coloro che pretendono un riconoscimento pubblico della loro convivenza per ottenere diritti senza doveri. (Francesco D’Agostino, Riconoscere le convivenze?, “Osservatore Romano”, 14 gennaio 2006)

Documento 3. Con i progetti di legge in materia presentati da tempo anche al Parlamento italiano non ci si propone comunque di modificare né la concezione positiva del matrimonio nel diritto italiano, né quella sociologica della famiglia, che nessuna legge potrà mai di per sé modificare, ma solo di regolare il caso delle coppie omosessuali stabilmente conviventi che lo desiderino sulla base della piena parità di trattamento con quanto disposto, limitatamente ai rapporti fra i coniugi, nel matrimonio, e consentendo agli interessati la medesima libertà di scelta. (Franco Grillini, Omosessuali e diritti)

SAGGIO BREVE SULLE UNIONI CIVILI: TITOLO E CONSEGNA

Introduciamo il nostro saggio breve con titolo e consegna:

  • Saggio breve sulle unioni civili, titolo: Unioni civili in una società statica
  • Saggio breve sulle unioni civili, consegna: giornalino scolastico

MATURITÀ SAGGIO BREVE SULLE UNIONI CIVILI: INTRODUZIONE

Le unioni civili ormai rappresentano l’argomento da discutere all’ordine del giorno: giornali, televisione, social sono tutti impegnati sul giudicare o meno la convivenza di coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali.

MATURITÀ SAGGIO BREVE SULLE UNIONI CIVILI: SVOLGIMENTO

L’argomento però non riguarda solamente i diritti che pretendono e che in parte avranno entrambe le coppie di fatto, ma la discussione si concentra specificamente sulla morale, sul fatto che una coppia gay non possa formare una famiglia. Se parliano di diritti per le unioni civili, vale a dire quelle unioni senza contratto matrimoniale, forse concedere totalmente diritto non è poi tanto giusto nei confronti di chi, sposandosi, espleta doveri che le coppie di fatto non fanno. Come infatti sostiene Francesco D’Agostino in Riconoscere le convivenze “Non si può, in buona sostanza, non valutare se non come parassitaria e quindi indebita l’intenzione di coloro che pretendono un riconoscimento pubblico della loro convivenza per ottenere diritti senza doveri”. Tuttavia, dobbiamo anche tenere in considerazione un fattore molto importante: molte coppie di fatto sono impossibilitate a sposarsi, non si tratta di non volerlo, dunque, perché non dovrebbero godere di alcuni diritti che potrebbero permettere una vita più tranquilla insieme alla persona amata, seppur non coniuge? Un vero dilemma, che dovrebbe essere risolto con un compromesso attraverso leggi specifiche e dettagliate. Il punto che però viene maggiormente discusso è quello sulle coppie omosessuali: secondo la Chiesa (prendiamo ad esempio il discorso di Ratzinger) non è giusto approvare un modello di coppia tale che potrebbe compromettere il buon funzionamento della società, essendo un modello negativo e deviante. Tuttavia, chi la pensa in questo modo non tiene conto del fatto che non è questo il vero modello negativo della società: se ci guardiamo bene intorno possiamo vedere che ci sono tanti genitori che sono esempi negativi per i figli: droga, alcol, scappatelle, violenze domestiche…Questo va ignorato solo perché in ogni caso la facciata della famiglia tradizionale rimane integra?

MATURITÀ SAGGIO BREVE SULLE UNIONI CIVILI: CONCLUSIONE

 In sostanza allora, possiamo dire che le coppie di fatto non rappresentano un modello negativo per la società ed è giusto che abbiamo gli stessi diritti delle coppie sposate a patto che se ne assumano gli stessi doveri. Per il resto, guardiamoci intorno… Siamo sicuri di non essere noi il vero modello negativo per i nostri figli?

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