Saggio breve Disastri e Ricostruzioni Maturità 2018 - Studentville

Saggio breve Disastri e Ricostruzioni Maturità 2018

Saggio breve svolto Maturità 2017 ambito storico-politico: disastri e ricostruzioni; svolgimento completo della traccia.

SAGGIO BREVE SVOLTO DISASTRI E RICOSTRUZIONE: PRIMA PROVA 2018

Tra le tracce della Prima Prova dello scorso anno, è uscito anche un Saggio Breve di Maturità nel 2018 dal titolo: Disastri e Ricostruzione. Noi di Studentville abbiamo svolto la traccia di Tipologia B di ambito storico-politico: hai bisogno d’aiuto o vuoi ricontrollare? Ecco il saggio breve svolto su disastri e ricostruzione della prima prova di Maturità 2018.

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Saggio breve Disastri e Ricostruzioni Maturit? 2017

MATURITÀ 2018: DISASTRI E RICOSTRUZIONE – Traccia Svolta

Ecco lo svolgimento del saggio breve su “Disastri e Ricostruzione”. Per prima cosa decidiamo il titolo e la rivista di consegna e poi procediamo con la traccia per la prima prova della Maturità 2018.

  • Titolo: Italia, la lunga storia del nostro paese tra disastri e ricostruzione.
  • Rivista di consegna: rivista di storia e attualità

SAGGIO BREVE DISASTRI E RICOSTRUZIONE: INTRODUZIONE

Ricostruire, dal latino: reconstrùere, composto da re- di nuovo e construere costruire. Questa parola si presta ad usi diversi; l’immagine di fondo però è unica: il rimettere insieme, il rifare qualcosa che è andato distrutto. Nella memoria storica dell’umanità tutta sono presenti miti e racconti reali di costruzione e distruzione: “Ilio raso due volte e due risorto”, canta il Foscolo dei Sepolcri, ma infine destinata, la città di Troia, alla distruzione finale.

SAGGIO BREVE DISASTRI E RICOSTRUZIONE: SVOLGIMENTO

Tutti i popoli hanno memoria di immani catastrofi naturali: l’umanità viene quasi interamente sterminata da diluvi, come vediamo nei racconti su Noè o su Deucalione e Pirra; Platone trasmette il mito di Atlantide, una civiltà avanzatissima ma annientata improvvisamente da un cataclisma; la distruzione di Pompei ed Ercolano per l’eruzione del Vesuvio, ha dato materia a poesia come la Ginestra del Leopardi, e a romanzi e film. La Ricostruzione con la “r” maiuscola è stata quella post-bellica, in cui l’intera nazione, per ripartire, ha dovuto fare i conti con la devastazione lasciata dalla guerra, spalando macerie e decidendo che cosa rimettere in piedi fra i palazzi e i ponti rasi al suolo, e come farlo. L ‘Italia è un paese con profonde cicatrici dovute a disastri antropici e naturali che l’hanno forgiata, plasmata, ferita. Il risultato della ricostruzione non è mai privo di cicatrici: le lingue sono incomplete, i vasi sono ricomposti con solo alcuni dei pezzi originali, l’evento ricostruito sarà frammentario e pieno di lacune, il corpo porterà i segni delle operazioni, la città non sembrerà più quella di prima. Ma ciò che viene ricostruito, seppur trasfigurato, non perde la propria identità: costruire di nuovo non vuol dire costruire un’altra cosa. Ricostruire anche l’identità, che diventa eredità. Sono molti gli avvenimenti disastrosi nel nostro paese: colpì l’opinione pubblica mondiale l’alluvione di Firenze del 1966, che causò danni gravissimi alle persone e ai monumenti, e all’immenso patrimonio culturale e documentario della città. Ma resta nella coscienza di tutti come tantissimi volontari, soprattutto giovani studenti, siano accorsi da tutta Italia ed Europa per soccorrere le popolazioni e salvare quanto possibile di biblioteche e archivi. Fu una risposta di grande nobiltà d’animo, e anche di grande efficienza.
La storia secolare della Calabria è stata segnata da terremoti di immani proporzioni. Ricordiamo per tutti quello del 1783, che quasi rase al suolo la Regione, distruggendo paesi e uccidendo persone. Non bisogna però scordare che la risposta fu immediata ed efficace, e che entro dieci anni tutto era stato ricostruito, e secondo criteri di grande modernità, che hanno superato le prove seguenti. Terribile fu il sisma con maremoto del 1908, che devastò Messina e Reggio Calabria. L’uomo, infatti, affronta i pericoli naturali, e con interventi di sostegno e ricostruzione, e, come sarebbe meglio, con la prevenzione: edifici antisismici e piani regolatori adeguati; e, tornando alle inondazioni, controllo e pulizia dei fiumi. Non sempre avviene, e a volte l’incuria umana aggrava i danni naturali.
L’uomo può distruggere come costruire. Nel 1944 si combatté lungo la linea di Cassino tra le truppe tedesche e quelle angloamericane. L’abbazia millenaria, che sovrasta la montagna, era rimasta esente da interventi militari. Gli Angloamericani ne decisero il bombardamento aereo. Dopo la guerra, la ricostruzione fu rapida e filologica, secondo il modello antico. È un esempio di distruzione dovuta alla guerra. L’uomo distrugge anche inconsapevolmente, con l’incuria e il degrado. Sa però anche ricostruire e migliorare le cose.

SAGGIO BREVE DISASTRI E RICOSTRUZIONE: CONCLUSIONE

In questa alternarsi di danni e benefici sta celata anche la storia artistica e sociale dei luoghi. Ricostruzione è diventata quindi  una parola d’ordine, cui si collegano tempi e costi, norme e burocrazie. In che modo ricostruire è un tema pubblico, che segnerà il futuro di questo territorio. Ma oltre agli edifici la ricostruzione riguarda gli individui, nei quali qualcosa è crollato.

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