SAGGIO BREVE SVOLTO PRIMA PROVA 2013: LA TRACCIA SULL’INDIVDUO E LA SOCIETA’ DI MASSA. Alla Maturità 2013 il Miur ha chiesto ali studenti di svolgere in forma di saggio breve o di articolo di giornale una traccia riguardante l’individuo e la società di massa. Ecco lo svolgimento della Tipologia B valido per tutti coloro che hanno scelto la forma del saggio breve.
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Ecco alcuni spunti a cui ispirarsi per il saggio breve di ambito artistico-letterario “L’individuo e la società di massa”
Che cos’è la società di massa?
Il concetto di società di massa, inteso come apparato omogeneo in cui i singoli tendono a scomparire rispetto al gruppo, iniziò a prendere forma tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, quando con la rivoluzione francese la cosiddetta massa entrò con forza nella scena politica. Da questo momento in poi il popolo visse in prima persona ogni mutamento politico e sociale della propria nazione, a differenza delle epoche precedenti in cui la vita della massa non era particolarmente sensibile ai cambi di regime politico.
Nel novecento dunque si è avuta la completa realizzazione della società di massa, la quale ha suscitato e continua a suscitare resistenze e reazioni di ogni sorta e che è stata dipinta, a seconda dei punti di vista, sia ottimisticamente come frutto della democratizzazione e della diffusione del benessere, sia con accenti di angosciata preoccupazione come simbolo dell’appiattimento generale e minaccia per le libertà individuali.
la società di massa è stata la protagonista indiscussa di tutte le dinamiche politiche del XX secolo, un periodo di stallo tra democrazia e la sua deriva più demagogica rappresentata dai totalitarismi.
Caratteristiche
La società di massa si definisce come tale per la frequenza e la facilità con cui si sviluppano i rapporti umani, rapporti che tuttavia hanno spesso un carattere anonimo e impersonale. Un’altra caratteristica fondamentale di questo tipo di società è l’assenza di opinione da parte del singolo. L’opinione pubblica è fusa con quella del singolo, che non è in grado di svilupparne una propria e si adatta a quella corrente. Nella società di massa l’integrazione degli opposti ed il contenimento del mutamento ne rappresentano le basi
In questo appiattimento generale, dunque, l’uomo non è più in grado di cogliere il contrasto tra possibilità di cambiamento e situazione reale, tra come egli è e come potrebbe essere e soprattutto tra i bisogni soddisfatti e quelli che potrebbe invece soddisfare in un tipo diverso di società.
Tale omogeneizzazione del pensiero non si ha solo in politica ma anche in campo culturale.
I media nella società di massa
La società di massa si è finora dimostrata, nonostante il rifiuto e la protesta intellettuale come quella del ’68, come la più forte espressione della democrazia.
Tale società ha prodotto dei mezzi di comunicazione ed informazione che hanno dimostrato di essere difensori ma anche controllori della libertà di pensiero e del pluralismo: i mass media.
I mass media hanno dimostrato di saper influire pesantemente sulle coscienze umane, sugli usi e costumi della società.
Questa influenza appartiene al presente, come al passato e probabilmente al futuro.
C’è da porsi però, sul futuro della società di massa, un importante quesito che è suggerito dal ripensamento critico proposto da Marcuse delle strutture su cui tale società ha costruito i propri successi ed i propri valori:
“I mass media, dopo aver assorbito pienamente la ribellione ed il rifiuto della società di massa, riusciranno a stimolare le coscienze umane promuovendo una discussione sì critica ma anche costruttiva riguardo le sfide che si prospettano per la società democratica occidentale su ambiente, energia e la deriva fondamentalista?
La società di massa occidentale riuscirà a compiere il suo massimo sviluppo divenendo globale?”
Alla luce di quanto avvenuto non solo nel corso del Novecento ma anche nel passato più lontano è chiaramente difficile delineare delle prospettive future.
Di certo i mass media rappresentano oggi una variabile di non poco conto rispetto alla teoria dell’evoluzione ciclica di Polibio che ha però dimostrato la sua validità nel corso del Novecento, ma cosa rappresentano?
Riusciranno ad essere garanti dello status sociale raggiunto o, come per altro già avvenuto con la propaganda fascista e nazista, ricadranno nelle mani di pochi?
Forse la società di massa ha debellato alcuni di quei germi degenerativi che Polibio attribuì ad ogni forma di regime politico.
La diffusione della cultura e della tecnologia hanno contribuito alla formazione della pubblica opinione, anche se non possono essere esenti dall’influenzarla.
Se si guarda alla situazione attuale si può notare come i mezzi d’informazione stiano acquistando sempre più forza riuscendo ad arrivare anche a quelle popolazioni sottoposte a regimi totalitari per i quali è sempre più difficile controllare le informazioni oggi fornite da un nuovo mezzo in espansione quale è internet.
Sta nascendo dunque un nuovo potere, quello che già da tempo è definito il quarto potere: l’informazione.
Ma quanto possiamo fidarcene? Siamo sicuri che questo sia immune da qualsiasi germe degenerativo?
Quali sono e saranno i criteri secondo i quali una notizia è giudicata più rilevante di un’altra e quindi pubblicata?
Detto ciò appare più che mai evidente quanto sia ancora oggi molto sottile il confine tra democrazia e demagogia, tra un ordine politico “positivo” e la sua degenerazione.
Per quanto l’informazione possa essere libera da ogni controllo o censura essa è un prodotto dell’uomo e del suo modo di interpretare la realtà, risultando nel migliore dei casi obiettiva e disinteressata, ma non imparziale.