Simulazione Prima Prova 2019: tema di attualità - Studentville

Simulazione Prima Prova 2019: tema di attualità

Prima Prova 2019: come si sviluppa il tema di attualità

Il primo ostacolo da superare per i maturandi sarà la Prova d’Italiano prevista per il 19 Giugno. Il Miur da quest’anno dispone tre tipologie di elaborato tra le quali gli studenti potranno scegliere per la prima prova dell’Esame di Maturità: analisi del testo, testo argomentativo e tema di attualità. Per quanto riguarda il tema di attualità, ai ragazzi viene chiesto di sviluppare una riflessione critica partendo da un brevissimo brano o una citazione su un argomento caldo. Ci saranno due tracce di attualità, e il testo potrà essere suddiviso in paragrafi titolati. Non è previsto uno schema fisso da seguire, ma l’elaborato dovrà essere sviluppato secondo questa scaletta:

  • l’introduzione in cui si presenta l’argomento;
  • lo svolgimento in cui si analizza l’argomento;
  • la conclusione in cui vengono esposte considerazioni personali.
  • eventuale suddivisione in paragrafi con titoletti + titolo iniziale

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Simulazione Prima Prova 2019: tema di attualità sull’ISIS

A seguito dei numerosi attacchi terroristici che negli ultimi anni hanno sconvolto molte capitali europee, si è sempre più sentito parlare di ISIS. Ecco un esempio di tema di attualità inerente all’argomento e da cui prendere spunto in sede di esame.

Tema di attualità sull’ISIS: introduzione

Secondo l’Unione Europea, le organizzazione terroristiche sono quei gruppi o quelle entità controllate direttamente o indirettamente da persone che commettono o tentano di commettere atti terroristici, che vi partecipano o ne facilitano l’esecuzione. Attualmente il gruppo terroristico più pericoloso è quello estremista sunnita dell’ISIS che ha costituito il Califfato Islamico rivendicando gli ultimi terribili attentati nelle diverse capitali europee.

Tema di attualità sull’ISIS: svolgimento

L’ISIS è l’organizzazione jihadista salafita attiva in Siria e Iraq che sta terrorizzando l’intero mondo occidentale a causa dei suoi attacchi violenti e sanguinari. Il movimento, che gli arabi chiamano Daesh, è conosciuto in Occidente con due acronimi: ISIS, Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, e ISIL, Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Dopo il passaggio della leadership nelle mani di Abu Bakr al Baghdadi, è stata sancita la rottura definitiva con al Qaeda ed annunciata la creazione di un Califfato Islamico nei territori controllati tra Siria e Iraq. L’obiettivo principale del Califfato è quello di ridefinire i confini del Medio Oriente utilizzando l’arma del terrore e della violenza: secondo gli analisti del settore i combattenti, che nelle loro azioni si occupano di saccheggiare case ed eseguire esecuzioni sommarie, sono addirittura tra i 7 e i 10 mila. Tra di essi c’è chi ha aderito alla causa spontaneamente, chi è stato costretto ad arruolarsi nelle file dell’ISIS e chi è addirittura partito dai Paesi Europei per contribuire all’espansione del Califfato. L’avanzata delle armate sembra non fermarsi tanto che, attualmente, il regno di al Baghdadi è arrivato ad occupare un territorio di circa 35 mila chilometri quadrati con oltre sei milioni di persone che vivono sotto il suo controllo. Medio Oriente a parte, negli ultimi anni la guerra santa si è spostata anche in Occidente grazie alla nascita di cellule jihadiste sia in Europa che in America. Portano la loro firma tutti gli attentati che negli ultimi anni hanno colpito le maggiori città causando centinaia di morti: basti pensare alla sede di Charlie Hebdo e al Bataclan di Parigi, alla metropolitana di Bruxelles, ai mercatini di Natale di Berlino, al London Bridge di Londra, alla Rambla di Barcellona, al concerto di Ariana Grande a Manchester.

Tema di attualità sull’ISIS: conclusione

L’ISIS continua ad essere un vero e proprio spettro non solo sull’Europa, ma sul mondo intero. La sua è una guerra all’occidente che si connota di un aspetto più insidioso del normale in quanto corre su internet. Lo Stato Islamico utilizza, infatti, una specifica social media strategy per diffondere il terrore: video e foto vengono pubblicate sulle piattaforme social diventando immediatamente virali in tutto il mondo. In questo modo la paura attanaglia ogni singolo cittadino creando uno stato di insicurezza generale pari a quello che si vive nei Paesi sotto assedio, ora come secoli fa.

Maturità 2019: risorse utili

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