Risvegli di Giuseppe Ungaretti: traccia svolta per Maturità
Risvegli di Giuseppe Ungaretti: traccia svolta per Maturità

Risvegli di Giuseppe Ungaretti: traccia svolta per Maturità

Analisi del testo poesia: Risvegli di Ungaretti, Traccia svolta Maturità

Ecco il testo della poesia:

Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di me

Sono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perse

Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito

Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto

Ma Dio cos’è?

E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta

E si sente
riavere

1916

Traccia svolta Maturità, Risvegli di Ungaretti: Comprensione e analisi

  1. La poesia è un grande esempio di tensione verso l’assoluto che caratterizza la poetica di Ungaretti. Nei versi che leggiamo vengono messe in evidenza le tensioni del poeta, tutte le sofferenze di fronte alle atrocità della guerra. Da qui ne viene poi lo spunto per riflettere sul mondo e sugli esseri umani, fino a toccare le strade più nascoste della memoria. Ungaretti dice, in sostanza, che ha rivissuto nuovamente tutti i momenti della sua vita in un’epoca profonda e lontana da lui. Fa fatica a ricordare tutte le vite vissute nel passato e quanto s’immerge nei ricordi familiari si sente più tranquillo. Guarda le nuvole e si perde nel ricordo di amici lontani. Dio è l’assoluto e il poeta è una creatura impaurita che ha occhi spalancati, guarda il cambiamento del mondo e si sente rinascere.
  2. Il titolo Risvegli si riferisce al risveglio della coscienza. Si tratta di un qualcosa che si ripete nel tempo e, non a caso, il verbo finale “riavere” rafforza tale ripetizione.
  3. Ungaretti sente di aver vissuto altre vite: ciò che è accaduto nel passato si mescola al sogno e al ricordo ed è come se il poeta cercasse un mistero da rivelare a tutti, compreso se stesso. L’io è quindi una persona legata al corpo, ma anche un viaggio della propria anima.
  4. La guerra ha lo spazio di un ricordo, ma nello stesso tempo è come se questa fetta di memoria, che sembra così lontana, attraverso il riferimento geografico e temporale, ci trasporti prepotentemente nella realtà viva e crudele. Il poeta in questo contesto si allontana, sprofonda completamente nel suo essere per ricordare tutte le esistenze perdute nella guerra.
  5. La vita degli uomini ha un inizio e una fine, quindi deve esserci un essere eterno che è appunto Dio, un qualcosa di immenso che non ha confini: questo pensiero inquieta il poeta, il quale si sente proprio come un animale impaurito. Ungaretti usa proprio il termine “creatura”, proprio per sottolineare il fatto che è stato “creato” da Dio: si sente piccolo, un piccolo pezzo che fa parte di un enorme tutto.
  6. La poesia è composta in versi liberi e presenta un linguaggio ermetico declinato attraverso un discorso frammentato, adatto al contenuto che riguarda la tensione verso l’assoluto e la ricerca e rivelazione del mistero. I versi sono brevi e alternati liberamente. Tra le figure retoriche di spicco troviamo: “sorpreso e raddolcito” (vv. 10-11) che è un ossimoro; “rincorro le nuvole” (v. 12) che è una metafora; “gocciole di stelle” (v. 23), un’analogia; enjambements nei versi 10-11; 16-17; 19-20; 25-26.

Traccia svolta Maturità, Analisi del testo Risvegli di Ungaretti : Interpretazione

La guerra è una tematica presente in molte opere del Novecento: parliamo non solo di poesie, romanzi e testi letterari in generale, ma anche opere artistiche. In particolare, la tematica è presente in tantissime poesie di Ungaretti. Ad esempio, in San Martino del Carso emerge la sofferenza del poeta di fronte alla distruzione di questo paese: delle case che prima si stagliavano sul paesaggio non è rimasto più nulla e delle persone che il poeta conosceva nessuna traccia. Anche in questo componimento emerge la tematica del ricordo, un ricordo che però si mescola ad un canto funebre: il cuore del poeta diventa un paese straziato e al contempo un cimitero, costellato dalle tombe dei cari morti durante le terribile battaglie. L’orrore della guerra entra poi nel vivo nei versi che il poeta scrive durante la trincea: in Veglia, per esempio, il poeta ha trascorso una nottata intera vicino ad un compagno straziato: Ungaretti dice che non è mai stato così attaccato alla vita. Vedendo con i suoi occhi quanto è fragile la vita umana in guerra, il poeta infatti riflette sulla precarietà dell’essere umano e dice di non essere mai stato così attaccato alla vita come in quel momento. Ungaretti è stato un soldato semplice di fanteria, quindi la vita di trincea lo ha segnato profondamente nell’animo e da tutte queste esperienze nascono le sue prime raccolte di poesie: nella prima, Il porto sepolto, emerge costantemente la tematica della morte, della paura, e ciò gli dà l’occasione per poter riflettere sul senso della vita umana. Egli è un poeta soldato, che combatte ogni giorno contro freddo e fame, contro angoscia, ansia, paura di perdere i familiari. Tra gli altri scrittori di guerra che potremmo accomunare alle tematiche trattate da Ungaretti possiamo citare Gadda, il quale nel suo Giornale di Guerra e di Prigionia emerge la vita estenuante in battaglia, gli orrori quotidiani e l’indignazione verso i superiori che molte volte risultano superficiali e incompetenti.

 

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