Prima Prova Maturità 2019, traccia su Elsa Morante
Elsa Morante rappresenta tra le scrittrici femminili del Novecento italiano la maggiore esponente di una letteratura interamente incentrata sulla tematica del dopoguerra e delle tragiche conseguenze che ne conseguono. Sin dall’infanzia si può riconoscere nell’indole della scrittrice un forte desiderio di indipendenza e volontà di affermarsi autonomamente: caratteristiche che ritroveremo anche nelle sue maggiori opere. Elsa Morante nasce a Roma nel 1912 e già verso i diciotto anni decide di andare a vivere da sola: abbandona per questo l’ università mantenendosi con lezioni private e saltuarie pubblicazioni. Inizia sin da giovanissima a scrivere: al suo primo romanzo Qualcuno bussò alla porta, seguono alcuni racconti poi riuniti nel Gioco Segreto e nello Scialle Andaluso. Nel 1936 conosce Alberto Moravia e lo sposa nel 1941: il loro matrimonio durerà fino al 1962.
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Il successo della scrittrice arriva però nel Dopoguerra con Menzogna e sortilegio e L’ Isola di Arturo. In questi anni il lavoro di scrittrice si unisce ad un forte interesse ed impegno nel dibattito politico contemporaneo. Nel 1968 esce la raccolta poetica Il mondo salvato dai ragazzini e nel 1974 il romanzo La storia che ottenne un enorme successo dal pubblico ma fu anche aspramente criticato. Questo romanzo ha il linguaggio e lo stile della cronaca, come attestano la distribuzione per anno e l’ uso della terza persona e gli antefatti risalgono al 1941, quando a Roma un soldato tedesco ubriaco violenta Ida Ramundo, maestra di origine ebrea. Il soldato morirà poco dopo in guerra, mentre Ida che è già vedova e ha un figlio, partorirà un bambino, Giuseppe, detto “Useppe”, frutto della violenza subita. Sullo sfondo della ferocia della guerra, Ida si ritrova a confronto con le deportazioni degli ebrei, cui riesce a sfuggire, i bombardamenti, la fame, la necessità di continui traslochi che la mettono in contatto con un mondo di sfollati e di disperati. Per di più il piccolo Useppe presenta i sintomi dell’ epilessia e vive in un mondo di fiaba e di sogno, mentre Nino, divenuto fascista, poi partigiano e alla fine contrabbandiere è ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia. Ai capitoli della microstoria individuale se ne alternano altri in cui viene sintetizzata la macrostoria collettiva, evidenziandone i meccanismi brutali e mostruosi che portano inevitabilmente alla sopraffazione dei più deboli.
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