Variante indiana Covid: gli aggiornamenti
In queste ore non si fa altro che parlare della variante indiana del Covid-19: ma cosa sappiamo? Scoperta per la prima volta ad ottobre nel Maharashtra, stato dell’India Centro-occidentale, noto per la capitale Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. La sua caratteristica principale è che presenta due mutazioni già conosciute, appartenenti alla variante californiana.
Variante indiana Covid: primi casi in Italia
Sono stati diagnosticati due casi a Bassano del Grappa, in Veneto, martedì 27 aprile: oltre all’Italia la variante è stata sequenziata in almeno 17 Paesi in tutto il mondo, secondo quanto rivelato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo bollettino settimanale sulla pandemia. I Paesi in cui è stata rilevata con più frequenza sono India, Stati Uniti, Regno Unito e Singapore, inoltre anche Belgio, Svizzera e Grecia. “In Veneto abbiamo registrato i primi due casi di variante indiana all’Ulss Pedemontana di Bassano, si tratta di padre e figlia, rientrati probabilmente dall’India, per cui è stata confermata la variante indiana […] sono in isolamento fiduciario a casa, con sintomi ma non gravi”, ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia. Ci saranno ulteriori casi che verranno scoperti nelle prossime settimane in Veneto o in altre regioni italiane?
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Variante indiana Covid: cosa cambia
Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza sono i sintomi, tuttavia questa variante aumenterebbe la contagiosità e potrebbe essere più resistente agli anticorpi o aggirare l’efficacia del vaccino. “È un momento particolare e non ci sposo fare nulla se a tutto il resto si aggiungono le varianti. Non sappiamo molto sulla variane indiana, in quel Paese c’è stata una impennata molto forte della pandemia ma c’è anche una popolazione di 1,3 mld di abitanti. Evidentemente preoccupa parecchio dal punto di vista dell’evoluzione fenomeno, ma ci sono anche condizioni locali molto particolari”, ha dichiarato Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano al programma Agorà. “Ci sono situazioni che rimangono preoccupanti, soprattutto alla luce del numero delle diagnosi degli ultimi giorni. Non siamo ancora fuori dai guai, siamo in una situazione che meriterebbe ancora attenzione”, ha aggiunto in merito alle riaperture nel nostro Paese.