Venezia 77 continua a deliziare gli appassionati con gli interessanti film in gara (e non): in corsa per il Leone d’Oro, oggi 7 settembre 2020, si “sfideranno” Andrei Konchalovsky e Amos Gitai. Ecco le trame di “Dorogie tovarischi!” (Cari compagni!) e “Jenayat-e bi deghat”.
“Dorogie tovarischi!” (Cari compagni!) di Andrei Konchalovsky a Venezia 77
Il russo Andrei Konchalovsky (83 anni) presenta alla Mostra Internazione del Cinema “Dorogie tovarischi!’ (‘Cari compagni!’), nel quale racconta un fatto realmente accaduto in Unione sovietica nel 1962 e tenuto segreto per decenni. Lyudmila è un membro del partito comunista che nutre un’incrollabile fiducia negli ideali comunisti. Nell’ambito di una manifestazione operaia assiste a una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo. A seguito dell’evento – che cambia inevitabilmente la sua visione del mondo – sparisce la figlia. Konchalovsky lo presenta così:
“Ho voluto ricostruire con la massima accuratezza un fatto realmente accaduto e un’epoca in cui la storia ha rivelato l’incolmabile divario fra gli ideali del comunismo e la drammatica realtà dei fatti. Questo film è un tributo alla purezza di quella generazione, ai suoi sacrifici e alla tragedia che ha vissuto nel veder crollare i propri miti e traditi i propri ideali.”
Venezia 77, “Jenayat-e bi deghat” di Shahram Mokri
Animato, anche questo, da un forte impegno civile, “Jenayat-e bi deghat” è il film di Shahram Mokri che racconta di quattro individui che meditano di dare fuoco ad un cinema nell’Iran dei nostri giorni. Quarant’anni prima, alcuni dimostranti incendiarono, nello stesso luogo, le sale cinematografiche in segno di protesta contro la cultura occidentale nell’ambito della rivolta per rovesciare il regime dello Scià. A farne le spese furono quattrocento persone presenti al loro interno, arse letteralmente vive.
“Listen” di Ana Rocha de Sousa alla Mostra del Cinema di Venezia
Un cenno merita, nella sezione Orizzonti, anche “Listen“, il primo lungometraggio di Ana Rocha de Sousa che racconta la storia di una famiglia di immigrati a Londra la quale, incalzata dai debiti, si ritrova a dover fronteggiare i servizi sociali. La de Sousa lo introduce così:
“Ho sentito la necessità di realizzare Listen non solo come cineasta, ma anche come madre… Questo film per me è una dolorosa esplorazione del modo in cui vediamo, di cioò che giudichiamo o crediamo e di cosa è effettivamente vero”.
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