Vita d’un uomo di Giuseppe Ungaretti alla Prima Prova della Maturità 2024
Nella mattinata di mercoledì 19 giugno 2024 ha preso il via l’Esame di Maturità per gli studenti e studentesse dell’ultimo anno. Fra le prove scelte dal Ministero dell’Istruzione, nella tanto temuta Prima Prova, è uscito come autore Giuseppe Ungaretti.
Ricordiamo che la modalità di svolgimento delle tracce di tipologia A si divide in due parti: la prima riguarda l’analisi e la comprensione del testo, mentre la seconda di commento, parafrasi e risposte ai quesiti di concetto sull’autore scelto.
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Vita d’un uomo di Giuseppe Ungaretti: il testo di Pellegrinaggio
Ecco il testo di “Pellegrinaggio” tratto da Vita d’un uomo di Giuseppe Ungaretti, proposto come tema di Tipologia A alla Prima Prova di Maturità 2024:
In agguato
in queste budella
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalbaUngaretti
uomo di pena
ti basta un’illusione
per farti coraggioUn riflettore
di là
mette un mare
nella nebbia
Ecco le domande per la comprensione e l’analisi:
- Presenta sinteticamente il contenuto della poesia e descrivine la struttura metrica.
- Individua le similitudini utilizzate da Ungaretti nella prima parte della poesia e illustrane il
significato. - Per quale motivo il poeta si riferisce a se stesso come ‘uomo di pena’?
- La parte conclusiva del componimento esprime la volontà di sopravvivenza attraverso il ricorso
a un’immagine attinente al tema della luce: illustrala e commentala
Ecco la produzione da svolgere:
Facendo riferimento alla produzione poetica di Ungaretti e/o di altri autori o forme d’arte a te noti,
elabora una tua riflessione sulle modalità con cui la letteratura e/o altre arti affrontano il dramma
della guerra e della sofferenza umana.
Ecco la traccia completa con tutti i quesiti a cui rispondere:
Vita d’un uomo di Giuseppe Ungaretti: il significato di Pellegrinaggio
“Pellegrinaggio” è una delle poesie chiave di “Vita d’un uomo. Tutte le poesie a cura di Leone Piccioni, Mondadori Milano, 2005 di Giuseppe Ungaretti. Scritta nell’agosto del 1916 a Valloncello del Carso, fa parte della raccolta L’allegria e si tratta di una poesia che rappresenta le caratteristiche innovative della sua poetica. Con le sue parole Ungaretti ci dà una visione cruda della condizione umana, scoprendo così tutti i punti deboli dell’uomo di fronte alle atrocità della guerra.
In un mondo sconvolto dalla violenza dei conflitti, l’uomo è alla ricerca del senso della vita, attraverso un viaggio interiore che si trasforma in un vero e proprio pellegrinaggio che porta alla consapevolezza della propria fragilità. Con le sue parole Ungaretti vuole trasmettere tutta la disperazione del soldato stravolto “ore e ore ho strascicato la mia carcassa usata dal fango come una suola o come un seme di spinalba” (che poi è il poeta stesso), ma anche la sua forza di volontà nel trovare la speranza di una vita migliore.
Il poeta racconta di essere rimasto per ore tra le macerie, trascinando il proprio corpo nel fango. Poi rivolgendosi a se stesso fa una riflessione più generale sull’esistenza constatando come gli può bastare una illusione – vedere la nebbia illuminata da un riflettore trasformarsi in mare – per prendere coraggio e continuare a vivere.
Non a caso la guerra e, quindi la morte e la sofferenza, sono tra i punti chiave della poetica di Ungaretti che viene così influenzata dalla sua vita privata e dall’esperienza della guerra. Per questo motivo i suoi versi sono reali e crudi con parole autentiche che rendono l’idea della difficoltà della vita.
La vita di Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto, da genitori di origine della città di Lucca. Studia fino al 1905 presso la Scuola Svizzera di Alessandria e apprezza fin da subito la poesia francese contemporanea che, insieme a quella di Leopardi, gli suscita le prime emozioni letterarie. Finiti gli studi inizia a frequentare i circoli culturali della città e, anche attraverso i giornali francesi, approfondisce la conoscenza del Decadentismo.
Frequenta l’università a Parigi ed entra a far parte di un mondo culturale con filosofi come Bergson e Bédier, poeti come Apollinaire e Breton, pittori come Braque, Picasso, de Chirico, Modigliani. Frequenta anche Marinetti e altri intellettuali italiani di chiara ispirazione futurista. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si trasferisce a Milano, dove pubblica le prime poesie con la rivista “Lacerba”. Si arruola subito ed è inviato al fronte, poi nel dopoguerra torna a Parigi, lavorando presso l’ambasciata italiana come corrispondente del “Popolo d’Italia”, fondato da Mussolini.
Pubblica una raccolta di versi in francese, La Guerre, mentre in Italia esce la raccolta Allegria di naufragi, che ha al suo interno anche le poesie del 1916. Nel 1921 si trasferisce a Roma, impiegato presso il Ministero degli Esteri, mentre dieci anni dopo è inviato speciale della “Gazzetta del Popolo” e comincia una fase della sua vita ricca di viaggi e di conferenze. Nel 1933 la pubblicazione di “Sentimento del tempo” lo consacra come poeta maturo. Nel 1936 pubblica il primo volume delle “Traduzioni” e accetta l’offerta di insegnare italiano all’Università di San Paolo del Brasile.
In questi anni muore il fratello e poi il figlio Antonietto, ma è costretto a rientrare in Italia nel 1942, visto che il Brasile è in procinto di dichiarare guerra all’Italia. In questo periodo ottiene l’incarico di docente di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Roma e viene anche nominato Accademico d’Italia. Sempre nello stesso pubblica tutte le poesie nella raccolta mondadoriana “Vita d’un uomo”. Nel 1934 e 1944 vive la tragedia di Roma occupata dai nazisti e queste esperienze cambiano notevolmente la sua poetica.
Nel clima di “ epurazione” del secondo dopoguerra Ungaretti, che aveva aderito al fascismo e che era stato nominato docente universitario “per chiara fama” quindi senza concorso, rischia di perdere il posto visto che non è più allineato con quelle tendenze politiche. Per questo motivo viene anche isolato dagli ambienti culturali, ma la sua fama resta intatta.
Ungaretti vive un periodo ricco di riconoscimenti e di pubblicazioni: fa uscire nel 1947 “Il dolore” nel 1950 “ La terra promessa”, nel 1952 “Un grido” e “Paesaggi”, nel 1960 “Il taccuino del vecchio”. L’edizione definitiva dei suoi versi è del 1969 “Vita d’un uomo. Tutte le sue poesie”. Muore nel 1970 a Milano.
Prima Prova Maturità 2024: tutte le tracce svolte
Ecco tutte le tracce uscite nella prima prova di maturità 2024 con a fianco la nostra proposta di traccia svolta:
- A1: “Pellegrinaggio” da Vita d’un Uomo di Giuseppe Ungaretti (Traccia svolta)
- A2: Quaderni di Serafino Gubbio di Luigi Pirandello (Traccia Svolta)
- B1: “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso (Traccia Svolta)
- B2: Testo tratto da Maria Agostina Cabiddu in “Rivista AIC” (Traccia Svolta)
- B3: “Riscoprire il silenzio” di Nicoletta Polla-Mattiot (Traccia Svolta)
- C1: “Elogio dell’Imperfezione” di Rita Levi Montalcini (Traccia Svolta)
- C2: “Profili, selfie e blog” di Maurizio Camilito (Traccia Svolta)