Homeschooling: fenomeno in crescita nel nord Italia

Homeschooling: fenomeno in crescita nel nord Italia

L'homeschooling in Italia sta vivendo una fase di significativa espansione, con famiglie che modellano i percorsi formativi sui propri figli.
Homeschooling: fenomeno in crescita nel nord Italia

L’homeschooling in Italia sta vivendo una fase di significativa espansione, come rivelato dall’indagine condotta dall’associazione LAIF nel maggio 2024. Questo studio, basato su un questionario rivolto alle famiglie coinvolte, evidenzia come l’educazione parentale si sia consolidata dopo l’emergenza pandemica del 2020, diventando una realtà sempre più strutturata.

Il fenomeno non rappresenta un’alternativa uniforme alla scuola tradizionale, ma si articola in molteplici approcci educativi dove le famiglie assumono un ruolo fondamentale, modellando i percorsi formativi sulle caratteristiche individuali dei propri figli.

Crescita del fenomeno nel nord Italia

I dati dello studio LAIF mostrano che due terzi degli homeschooler risiedono al Nord, con forte presenza nella scuola primaria. Le cifre ministeriali evidenziano un notevole incremento: da 5.126 studenti nel 2018-2019 a 15.361 nel 2020-2021.

Nella primaria, il balzo è stato ancora più significativo, passando da 2.243 a oltre 10.000 alunni nel medesimo periodo.

Approcci e metodologie educative

L’homeschooling italiano si manifesta attraverso molteplici strategie educative, superando il concetto di semplice ‘scuola a casa’. La ricerca LAIF evidenzia che circa un quinto delle famiglie pratica l’unschooling, approccio basato sull’autodirezione dell’apprendimento, con due varianti principali: radicale, che elimina distinzioni tra apprendimento e vita quotidiana, e critica, orientata all’emancipazione culturale.

La maggioranza utilizza metodologie ibride che combinano elementi formali e informali, adattando il percorso educativo alle caratteristiche individuali dei bambini. I genitori diventano educatori primari, orchestrando esperienze formative personalizzate dove l’apprendimento avviene attraverso attività condivise e vita quotidiana.

Vita sociale e attività extra-scolastiche

Contrariamente agli stereotipi diffusi, i bambini educati in famiglia mantengono una vita sociale intensa e variegata. I dati raccolti mostrano che questi studenti non si limitano a frequentare altri homeschooler, ma intrecciano relazioni anche con coetanei che seguono percorsi scolastici tradizionali.

Le occasioni d’incontro avvengono regolarmente, alternando momenti strutturati a situazioni informali. Oltre l’80% dei partecipanti ha dichiarato che i propri figli dedicano al gioco libero almeno sette ore settimanali, attività considerata fondamentale per lo sviluppo cognitivo e sociale.

Anche i viaggi rappresentano un’importante componente formativa: più del 90% delle famiglie viaggia regolarmente, spesso anche all’estero, integrando esperienze culturali e linguistiche nel percorso educativo.

Strumenti e risorse didattiche a supporto

L’indagine LAIF rivela un utilizzo selettivo di strumenti didattici esterni. Solo una minoranza delle famiglie ricorre regolarmente a corsi online, mentre circa il 70% non si avvale di scuole parentali. Quando presenti, queste ultime adottano approcci non convenzionali e fortemente esperienziali.

I genitori restano i principali educatori, specialmente nella fascia primaria, talvolta affiancati da tutor esterni. Le lezioni di gruppo, sia con docenti esterni che autogestite, risultano poco diffuse, confermando la tendenza verso percorsi educativi altamente personalizzati che si adattano alle specifiche esigenze di ciascun bambino e nucleo familiare.

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