Il congedo mestruale diventa realtà: di cosa si tratta
Da anni si parla di maggiori diritti per le donne, sopratutto per quanto riguarda un periodo molto delicato, ossia quello del ciclo mestruale. C’è chi soffre di dolori molto forti e spesso muoversi è difficile in queste condizioni, soprattutto per chi soffre di dismenorrea. Per questo motivo c’è chi aveva pensato ad introdurre il congedo mestruale, per permettere alle donne di assentarsi da scuola o da lavoro, ovviamente con giustificazione. Per la prima volta accade così a Ravenna, al liceo artistico Bervi, in cui dal 2023 le studentesse potranno restare a casa per due giorni, senza la necessità di portare una giustificazione.
Il congedo mestruale diventa realtà: il caso a Ravenna
Si tratta del primo caso in Italia di congedo mestruale ed è stato approvato dal consiglio scolastico nei giorni scorsi u proposta proprio degli studenti che ne fanno parte. Una idea sostenuta a pieno dal preside Gianluca Dradi, noto avvocato in città, in cui è stato anche assessore dal 2006 al 2011. Ha spiegato proprio lui attraverso le pagine de Il Fatto Quotidiano: “Ci siamo ispirati ad una norma presente nel mondo del lavoro in Spagna, una forma di agevolazione per le assenze che tale condizione può determinare. Nella scuola, con la ministra Gelmini, venne previsto che gli studenti dovessero frequentare almeno i tre quarti dell’orario annuale per potere essere ammessi agli scrutini“. Le ragazze che soffrono di questa malattia possono presentare un certificato medico all’inizio dell’anno e poi usufruire di questo “beneficio”.
Il congedo mestruale diventa realtà: le polemiche
Ovviamente c’è chi è contrario a questa novità, come alcuni professori preoccupati per le eventuali eccessive ore di assenza che aumenterebbero così a 18 giorni rispetto agli altri compagni di classe: “Dietro questa iniziativa c’è l’intenzione di creare una scuola inclusiva che deve essere attenta ai bisogni e alle necessità dei ragazzi e delle ragazze“, ha aggiunto il preside. Nella stessa scuola è attivo anche il regolamento per le “carriere alias“, ovvero la possibilità di adottare un nome di elezione per gli studenti transgender. “Nel 1998 quando venne istituito lo statuto degli studenti – ha concluso – si parlò di una comunità in dialogo e di esperienza sociale. Ecco, è attraverso una partecipazione reale agli organi collegiali che noi garantiamo l’acquisizione di competenze di cittadinanza“.
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