Questa novità fa parte di una riforma più ampia per modernizzare l’orientamento scolastico e ridurre il divario tra istruzione e lavoro.
Dal prossimo anno scolastico, la figura del docente tutor sarà presente anche nelle scuole medie per fornire supporto agli studenti durante la delicata fase della scelta del futuro percorso di studi. Come riportato dal Sole 24 Ore, l’annuncio arriva direttamente dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nell’ambito della riforma dell’orientamento inclusa nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Il tutor dovrebbe essere una sorta di guida che aiuta gli studenti a conoscere le proprie inclinazioni e competenze, specialmente durante l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado, per favorire una scelta scolastica più consapevole già dall’età preadolescenziale.
“Aver istituito il docente tutor e il docente orientatore è stato un passo avanti molto importante” ha dichiarato Valditara, aggiungendo che il progetto vuole garantire a tutti i ragazzi pari opportunità per sviluppare appieno le proprie capacità. La presenza del docente tutor, infatti, come figura di riferimento per studenti e famiglie, vorrebbe aiutare a prevenire il fenomeno dell’abbandono scolastico con una maggiore personalizzazione del percorso educativo.
Un progetto con obiettivi chiari
Il progetto di orientamento già lanciato dal governo prevede un programma strutturato con l’obiettivo di ridurre il divario tra le competenze acquisite dai giovani diplomati e le esigenze del mercato del lavoro, attualmente stimato intorno al 50%. Per le scuole superiori sono previste 30 ore annuali di orientamento curricolare per il triennio finale e di attività extracurricolari per i primi due anni. Tra i compiti del docente tutor ci sarà anche la gestione dell’e-portfolio dello studente, un documento digitale che raccoglie tutte le esperienze scolastiche e formative di ogni alunno per tracciare le competenze acquisite e offrire una solida base per collegare l’esperienza scolastica al futuro lavorativo.
Secondo i dati raccolti, il coinvolgimento degli insegnanti tutor ha già interessato circa 40mila docenti e oltre 70mila classi. Grazie a un finanziamento di 150 milioni di euro, questi professionisti potranno contare su un compenso aggiuntivo e punteggi di servizio specifici.
Le responsabilità delle scuole e le prospettive future
Le scuole italiane conservano una certa autonomia nella gestione dell’intervento: un singolo tutor può assistere da 30 a 50 studenti, monitorando e documentando le attività svolte per mantenere un alto livello di trasparenza. A livello retributivo, i tutor riceveranno compensi variabili tra i 2.850 e i 4.750 euro, mentre gli orientatori percepiscono una somma compresa tra 1.500 e 2.000 euro. Per ottenere il titolo di tutor o di orientatore è obbligatoria una formazione di 20 ore, che per l’anno scolastico 2023-2024 è considerata propedeutica all’assunzione del ruolo.
L’obiettivo dichiarato del Ministero dell’Istruzione e del Merito è creare un sistema educativo più inclusivo e orientato al futuro. La figura del docente tutor diventa quindi una sorta di ponte tra scuola e lavoro, contribuendo a ridurre le barriere tra questi due mondi e offrendo agli studenti gli strumenti per affrontare con maggiore consapevolezza il loro futuro professionale fin dalle prime scelte sul loro percorso scolastico.