Rifiorire e tornare a splendere. Così gli ultimi giorni di vita dell’impareggiabile Amy Winehouse raccontano la storia di un nuovo amore, pulito e vero. Dopo il rehab e la lunga pausa rigenerativa immersa nel verde dei Caraibi tra i suoi piccoli amici – i bimbi a cui dedica la sua fondazione – il talento della giovane Amy torna a illuminare la sua travagliata vita. Grazie a un nuovo amore che dà finalmente senso alla sua tenace ricerca del right man.
Un nuovo giorno arriva, e non porta più lacrime, ma il sorriso della gioia. Aspettando di gustare il momento, le promesse sono pronunciate nella notte degli amanti, unica e solo che possano capire che ora la vita vale la pena di essere vissuta. Ora che l’appartenenza è totale, e non c’è bisogno di cercare ancora, gli inganni si schiantano contro il desiderio, aspettando di sapere se il sentimento sarà vivo ancora, domani.
Si sente l’armonia di passioni gentili, in cui poco spazio rimane per le delusioni e le incomprensioni, anche nella leggerezza dei pezzi riproposti in Lioness: hidden treasures direttamente da Back to black. Dalle tenebre all’oscurità, questa era la via su cui aveva preso a camminare la nostra Amy, e il suo nuovo feeling si assapora tutto nel primo album postumo, voluto da quel Reg Traviss che l’aveva salvata e le aveva ridonato la gioia di vivere. Così solo la malasorte poteva strapparci l’interprete blues più emozionante degli ultimi 40 anni della storia della musica. Lioness: hidden treasures è il modo migliore per ricordarla. E per lenire le pene del cuore e la sofferenza dell’esistenza.