Il gas esilarante, noto per i suoi effetti euforizzanti, continua a preoccupare, specie se viene usato per uso ricreativo con conseguenze anche letali.
Il protossido di azoto (N2O), comunemente conosciuto come “gas esilarante”, è un composto chimico dal profilo sorprendentemente versatile. Utilizzato principalmente in ambito medico come anestetico e analgesico, trova impiego anche nell’industria alimentare, per esempio come gas propellente per la panna montata spray. Negli ultimi anni però si è diffuso anche per scopi ricreativi, alimentando un fenomeno preoccupante per la salute pubblica.
Gli effetti del protossido di azoto, che includono euforia, rilassamento e dissociazione dalla realtà, lo hanno reso una sostanza molto popolare soprattutto tra i giovani. Il suo utilizzo non è privo di conseguenze e la recente morte del ventiseienne Pierpaolo Morciano, avvenuta dopo l’inalazione del protossido di azoto da un palloncino, ha riacceso il dibattito sui rischi legati a questa “droga della risata”.
Come funziona il protossido di azoto
Chimicamente, il protossido di azoto è un gas incolore, dall’odore dolciastro, non infiammabile ma capace di agire da comburente. La sua scoperta risale al 1772 e da allora è stato ampiamente utilizzato in vari contesti, tra cui quello medico, dove viene combinato con l’ossigeno per garantire effetti anestetici senza depressione respiratoria.
Il suo effetto principale si deve all’interazione con il sistema nervoso centrale; agisce come analgesico, ansiolitico e anestetico attraverso l’inibizione dei recettori NMDA del glutammato, un neurotrasmettitore legato alla percezione del dolore. Inoltre, stimola il rilascio di endorfine e noradrenalina che contribuiscono agli effetti calmanti e di sollievo dal dolore. Quando è inalato per scopi ricreativi, queste proprietà vengono sfruttate per ottenere sensazioni di euforia e distacco dalla realtà, effetti che insorgono rapidamente (10-30 secondi dopo l’inalazione) ma si esauriscono in pochi minuti.
Pericoli e conseguenze dell’uso ricreativo
L’inalazione del gas esilarante è tutt’altro che priva di rischi. Secondo un rapporto dell’European Monitoring Center for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), chi lo utilizza a scopo ricreativo di solito inala il contenuto di cartucce o bombolette tramite palloncini, un metodo che espone a numerosi pericoli, come ustioni da freddo causate dal gas pressurizzato che può raggiungere temperature di -40°C al momento del rilascio.
Un rischio immediato è l’ipossia, una riduzione critica dell’ossigeno nel sangue che può verificarsi quando il gas viene inalato puro; l’ipossia provoca disorientamento, nausea e perdita di coordinazione.
Un uso prolungato o a dosi elevate del protossido di azoto può portare a danni cerebrali irreversibili. Una delle conseguenze più gravi è il danneggiamento della vitamina B12, essenziale per il funzionamento del sistema nervoso. L’inattivazione della vitamina può causare mieloneuropatia, una condizione che compromette il midollo spinale e i nervi periferici, provocando difficoltà motorie, fino alla paralisi degli arti inferiori.
Necessità di interventi preventivi
La crescente diffusione del protossido di azoto a scopi ricreativi ha portato alcuni Paesi, come il Regno Unito, a vietarne la vendita non medica. In Italia, il dibattito sull’argomento è ancora aperto, ma gli episodi di cronaca evidenziano l’urgenza di una maggiore regolamentazione. Oltre alla legislazione, è fondamentale promuovere campagne educative per informare i giovani sui rischi associati all’uso improprio di questa sostanza, che, sebbene sembri innocua, può avere conseguenze devastanti.
La tragica morte di Pierpaolo Morciano e i numerosi casi di danni neurologici legati all’inalazione del gas esilarante sono un chiaro segnale di allarme: la prevenzione e la consapevolezza devono diventare priorità per evitare che episodi simili si ripetano.