Li abbiamo visti alle prese con un esame da ripetere a causa di un vizio di forma, venti anni dopo. E dopo la fatica di una prova che a vent’anni sembra un’impresa ma a quaranta appare apocalittica, li ritroviamo pronti a saltare sul traghetto per la Grecia per celebrare l’avvenuta maturità con il viaggio che non sono mai riusciti ad organizzare.
Ce li aspettiamo padroni della situazione e un po’ fuori posto in mezzo ai ventenni che pullulano sulle spiagge delle vacanze estive. E invece proprio come ventenni sono alle prese con fidanzate gelose e genitori invadenti, tra equivoci romantici e segreti scomodi. Fanno sorridere quando cercano di sembrare più giovani, di declinare le responsabilità di una vita adulta, di dimenticare il presente per rituffarsi negli anni d’oro dell’incanto. E si scoprono le bugie, le insicurezze, le debolezze mai confessate. Se la vita continua a metterli alla prova con le frustrazioni di uno stress difficile da nascondere, le burle del destino di cui sembrano gli inconsapevoli artefici finiscono per lasciare un buon sapore in bocca.
I problemi inconfessabili trovano uno spiraglio nell’amicizia e l’amore alla fine vince ogni male. Immaturi non sono più, per la scuola, hanno il loro diploma che li innalza a uno stato di crescita personale e sociale. Ma immaturi restano perché devono ancora crescere e, guardandosi negli occhi, aggiustare i pezzi delle loro vite stonate. Un viaggio tra avventura anelata e bravate sfigate li porterà a ritrovare la passione, lo slancio la voglia di vivere che solo a vent’anni tinge di rosso la storia di ognuno di noi. E il desiderio di rimanere immaturi resta nell’animo come segno di eterna giovinezza.