Indipendenza Catalogna: che succede adesso?
Il braccio di ferro tra Madrid e la Catalogna prosegue e la tensione è alle stelle anche con l’Unione Europea, in attesa di conoscere l’esito della vicenda che ha coinvolto la regione spagnola dopo il referendum per l’indipendenza e che ha portato all’arresto in Germania del Presidente Puigdemont. Il sì pronunciato dagli indipendentisti aveva vinto con il 90,09% dei voti e nonostante il divieto imposto da Madrid la Catalogna si era dichiarata indipendente. Il 27 ottobre era stato il gran giorno: Rajoy aveva deciso di applicare l’articolo 155 e accusato Puigdemont e gli altri membri del governo catalano di sedizione e ribellione.
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La situazione dell’indipendenza della Catalogna
Dopo quasi 80 anni dalla guerra civile spagnola ritorna il fantasma di un conflitto interno che potrebbe diventare una crisi quasi inevitabile. Madrid non è disposta a cedere, ribadendo con forza di voler revocare l’esito referendario, mentre la Catalogna non si piega, rivendicando la propria autonomia. Ma perchè? Le ragioni sono molte e di diversa natura, politiche, economiche e persino linguistiche! Gli indipendentisti vogliono gestire le proprie risorse autonomamente da Madrid, nonostante la Corte Costituzionale spagnola avesse dichiarato incostituzionale il referendum. Il governo catalano però ha deciso di indire comunque il referendum. E adesso? Cosa succederà alla Spagna e all’Europa?
L’autonomia catalana e le tensioni interne
Secondo la Costituzione, la “Spagna è una e indivisibile” ma il referendum potrebbe aver incrinato i rapporti tra la regione di Barcellona e il governo centrale. Dopo la vittoria del sì è probabile che entri in vigore la “ley de desconexion”, ossia la legge di separazione. In pratica la Catlogna potrebbe dichiarare unilateralmente la propria indipendenza senza consenso alcuno da parte di Madrid e avviare il processo di autonomia e separazione. Madrid, ovviamente, non la riconoscerà. Al momento nessuno vuole fare un passo indietro. Madrid sarà costretta ad applicare l’articolo 155 della Costituzione, che sancisce che il governo può “adottare le misure necessarie” per “costringere” una Comunidad Autonoma al “rispetto forzoso” dei suoi obblighi? Finora non si è mai arrivati a questo punto, ma la situazione degenera di ora in ora. Ricordiamo che il referendum sull’ “Estado propio” della Catalogna, cioè sulla creazione di uno Stato indipendente non è previsto dalla Costituzione spagnola al momento.
La situazione della Catalunya in Europa
Oltre al fronte interno, si prospettano scenari cupi anche in Europa per la Catalunya. Nonostante la sete di autonomia, i primi a non voler uscire dall’Ue sono gli industriali catalani. La spiegazione è semplice: l’economia della Catalogna è basata sull’export di prodotti e servizi in Europa e uscire dalla comunità farebbe entrare la regione in una dura austerità e comporterebbe maggiorazioni sui dazi doganali, che potrebbero aumentare del 9%. La cosa più grave in prospettiva è che la Catalogna dovrebbe ripartire da zero perchè rendersi indipendente significherebbe la fine dei rapporti con l’Ue e dai suoi trattati istitutivi. Non potrebbe più usare i fondi e gli aiuti economici e non entrerebbe più negli accordi commerciali internazionali; per potersi reintegrare dovrebbe eventualmente fare richiesta di ingresso, seguendo le procedure previste dal Trattato di Lisbona. Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha detto che, pur rispettando la decisione della Catalogna, se la separazione diverrà realtà la regione sarà fuori dall’Unione Europea. Il futuro Stato indipendente della Catalogna sarebbe fuori anche dai Trattati Nato. Infine, la separazione dalla Spagna potrebbe far innescare un effetto domino e l’Europa non può permettere, dopo tutta la strada compiuta fin qui, di ritornare ad un continente frammentato e diviso.
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