Per la prima volta, un’intelligenza artificiale è stata nominata co-preside, affiancando il preside umano nella gestione scolastica. È accaduto nel West Sussex, in Inghilterra, alla Cottesmore School, una delle più rinomate “prep school” del paese. Questo evento segna un precedente inedito, poiché mai prima d’ora un sistema AI era stato incaricato di un ruolo direttivo in un istituto di istruzione.
La Cottesmore School è un istituto d’eccellenza che si pone l’obiettivo di educare studenti dai 4 ai 13 anni, fornendo loro le competenze necessarie per accedere a scuole superiori, collegi e università di alto livello. La scuola è nota per il suo impegno nell’offrire un’istruzione di qualità, preparando i suoi allievi a fronteggiare con successo i futuri percorsi accademici.
Lo scorso settembre, l’istituto ha ospitato un festival aperto sull’IA, per presentare agli insegnanti provenienti da scuole private e pubbliche le potenzialità dell’intelligenza artificiale in ambito didattico. Poco più di un mese dopo, è arrivata la nomina di Abigail Bailey.
Chi è e cosa fa Abigail Bailey
Abigail Bailey non è una persona in carne e ossa, ma un chatbot avanzato: un sistema di intelligenza artificiale, con capacità e funzionalità simili a quelle di ChatGPT. È stato implementato per supportare il preside della Cottesmore School, Tom Rogerson, offrendogli consulenza e assistenza continua.
Considerando l’intensa agenda del preside, Abigail è di grande aiuto, perché può farsi carico di responsabilità che altrimenti graverebbero sulle sue spalle, come la comunicazione con docenti e genitori. In sostanza, funge da assistente estremamente abile e organizzato, rappresentando un elemento di valore che sta al fianco del preside, del corpo docente e di tutto il personale scolastico. Il suo contributo aiuta a perfezionare i processi lavorativi e ad accrescere l’efficacia generale della gestione scolastica.
In un’intervista rilasciata al Telegraph, Rogerson ha sottolineato che avere a disposizione un assistente AI ha un effetto calmante. La posizione di preside può essere spesso solitaria, afferma, e avere accesso a una fonte di conoscenza come un AI ben addestrato è rassicurante.
L’AI tiene traccia dei suoi appuntamenti, organizza il suo calendario e gli ricorda i suoi impegni futuri. Può leggere e rispondere alle email o ai messaggi che gli arrivano in modo tempestivo, assicurandosi che nessuna comunicazione importante vada persa.
Inoltre, quando ha bisogno di un resoconto riguardante determinati aspetti della vita scolastica, come le assenze degli studenti o i risultati dei test, Abigail è in grado di compilare questi dati e redigere il necessario rapporto al posto suo.
Rogerson ha reso noto che il chatbot può anche aiutare a organizzare diverse attività della scuola, assicurandosi che tutti i membri del personale scolastico sappiano cosa fare e quando.
Ad esempio, il sistema può coordinare eventi quali assemblee, gite o celebrazioni e inviare promemoria a studenti, docenti e genitori, affinché tutti siano al corrente degli impegni imminenti.
In caso di necessità da parte della scuola di utilizzare specifici spazi o attrezzature per determinate attività, è in grado di monitorare la disponibilità di tali risorse e assistere nella loro prenotazione, facilitando così la logistica e l’uso efficiente delle strutture.
L’introduzione di Abigail Bailey fa parte di un approccio più ampio che la scuola sta adottando per integrare l’IA nella quotidiana esperienza educativa degli studenti e fornire loro un supporto personalizzato, potenziando i metodi di insegnamento tradizionali.
Agli studenti della Cottesmore, infatti, sono stati assegnati chatbot AI individuali per aiutarli a comprendere meglio i rispettivi stili di apprendimento e migliorare così il rendimento scolastico.
Rogerson ha precisato che l’impiego di queste tecnologie non mette a repentaglio i posti di lavoro del personale della scuola che, anzi, sottolinea, conta attualmente il più alto numero di dipendenti di tutti i suoi 130 anni di storia. L’obiettivo, spiega Rogerson, “non è quello di sostituire gli insegnanti, ma piuttosto quello di potenziarne le capacità, per assicurarci che i nostri studenti ricevano la migliore educazione possibile”.