Orario ridotto inizio anno scolastico
Tutto è pronto, o quasi, per l’inizio dell’anno scolastico 2024/25. I primi a rientrare in classe saranno, il 5 settembre, gli alunni della Provincia autonoma di Bolzano e i bambini delle scuole dell’infanzia della Lombardia. Il back to school è da sempre un momento cruciale. Da un lato è carico di aspettative, e non solo per gli studenti e gli insegnanti (pensate, ad esempio, ai genitori), dall’altro riporta bruscamente ai doveri quotidiani dopo quasi tre mesi di vacanza (sempre che non si siano riportati dei debiti). Un aspetto positivo dei primi giorni di scuola però, se vogliamo, c’è: si tratta dell’iniziale orario ridotto. Ma perché si applica, a cosa serve e chi lo decide? Lo approfondiamo sotto.
Cos’è l’orario scolastico ridotto?
E’ semplicemente una diminuzione delle ore di lezione rispetto a quelle standard previste dal calendario scolastico. Se il “normale” orario prevede una distribuzione delle lezioni che copre l’intera mattinata e, in alcuni casi, parte del pomeriggio, per via di quello ridotto, le lezioni terminano prima. Il risultato è una riduzione del carico giornaliero di ore scolastiche per gli studenti. Ad esempio, in una scuola che normalmente prevede sei ore di lezione al giorno si potrebbe ridurre l’orario a tre o quattro ore per un determinato periodo. Cosa ne è delle ore “perse”? Niente paura, quelle vengono recuperate nel corso dell’anno.
Chi decide la riduzione dell’orario scolastico?
Tale decisione può essere presa a vari livelli nell’ambito del sistema educativo. A livello nazionale, è il Ministero dell’Istruzione a fornire indicazioni generali e linee guida, ma la decisione finale, generalmente, spetta ai singoli istituti scolastici. La scuola, in collaborazione con i consigli di istituto e i dirigenti scolastici, può decidere di adottare un orario ridotto per un periodo determinato, soprattutto all’inizio dell’anno scolastico. E per diverse ragioni.
Perché viene adottato l’orario ridotto?
Le motivazioni possono variare ma, a inizio anno, la scelta è dettata principalmente dalla necessità di un momento di adattamento. Si tratta di un breve periodo durante il quale l’organizzazione delle classi e la definizione degli orari non sono ancora del tutto stabili. Un’altra comune causa è la necessità di completare l’assegnazione delle cattedre o di determinare gli orari definitivi. Se una cosa è certa, però, è che al rientro da scuola, questo periodo di transizione torna decisamente utile a studenti e insegnanti per (ri)ambientarsi gradualmente alla routine scolastica, evitando di soffrire di un impatto troppo brusco dopo le vacanze estive. Quella relativa all’adozione dell’orario ridotto è una misura che, se ben gestita, può favorire un inizio di anno scolastico più sereno e meno stressante un po’ per tutti.
Quante sono le ore minime da fare a scuola?
Le ore minime di lezione previste dalla normativa italiana variano in base al grado scolastico. Per la scuola primaria, il monte ore minimo settimanale è di 24 ore, che possono essere aumentate fino a 40 ore in caso di tempo pieno. Per le scuole secondarie di primo grado, il minimo è di 30 ore settimanali (oppure 36 ore elevabili fino a 40 ore in caso di tempo prolungato). Per le scuole secondarie di secondo grado il monte ore minimo si aggira intorno alle 27-32 ore settimanali, a seconda dell’indirizzo di studi.
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Foto Apertura di Katerina Holmes