Le insufficienze in pagella, perlomeno quelle non gravi, non hanno comportato la bocciatura per gli studenti ma l’obbligo di recupero a settembre. Come quest’ultimo avverrà è stato chiarito dalle Linee guida del Ministero dell’Istruzione. Con l’ordinanza del 16 maggio, infatti, il Miur ha esposto come saranno gestiti i recuperi.
Partiamo dal presupposto che i tipi di recupero saranno due:
- Piano di apprendimento individualizzato, ovvero recuperi personalizzati riservati agli studenti che hanno riportato una o più insufficienze in pagella
- Piano di integrazione degli apprendimenti, ovvero recuperi di classe
Piano di apprendimento individualizzato, come funziona?
Ebbene, quest’anno non ci saranno esami riparatori con lo scopo di recuperare il debito, ma dei corsi di recupero organizzati dai docenti per gli alunni ammessi alla classe successiva in presenza di valutazioni inferiori a sei decimi. Nel programma di tali corsi i docenti dovranno indicare gli obiettivi di apprendimento che lo studente dovrà conseguire per poter proseguire nel proprio corso di studi senza difficoltà, unitamente alle strategie utili per il miglioramento dei livelli di apprendimento dello stesso.
I corsi verranno effettuati a partire dal 1° settembre, data nella quale le scuole riapriranno le porte agli studenti che necissitino tale recupero, anche se si tratta di un aspetto che sta creando qualche incertezza per via della richiesta, da parte di alcuni Dirigenti Scolastici, di rinunciare ad una parte delle proprie ferie, in particolare l’ultima settimana di agosto, in modo da poter anticipare il rientro a scuola – per il recupero delle insufficienze – al 24 agosto.
Anche se non sono previsti, quindi, dei veri esami riparatori, ciò non esime dal rimettersi in pari con il programma andando a colmare le eventuali lacune causate dalle difficoltà legate al Coronavirus.
Piano di integrazione degli apprendimenti
In quanto al recupero di classe, i docenti potranno usufruire del piano stilato dal Miur al fine di fare recuperare alla classe la parte di programma non trattato o gli argomenti non interamente svolti. Spetterà naturalmente ai singoli docenti il compito di specificare dettagliatamente di quali si tratta e di trattarli nel corso del primo trimestre insieme agli argomenti facenti parte del programma dell’anno 2020/21.
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