Nel corso di una festa di paese tenutasi nel pavese lo scorso 3 settembre, una giornata che avrebbe dovuto essere spensierata per i visitatori ha preso una brutta piega. Un uomo, evidentemente infastidito, ha preso di mira alcune ragazzine minorenni, rivolgendo loro una serie di insulti omofobi. Avrebbe urlato “Lesbiche di m***a, vi ammazzo,” suscitando naturalmente paura nelle giovani, che si sono subito allontanate cercando aiuto. Nel trambusto generale, a prendere le loro difese è stata una donna, una professoressa che non ha esitato ad intervenire. Ma non le è andata benissimo.
Professoressa difende ragazzine, ma viene aggredita
La donna, una docente di 45 anni di storia e filosofia presso una scuola superiore, si è messa in mezzo per proteggere le giovani vittime dall’aggressore infuriato. Ma è stata colpita violentemente da questo. In un’intervista rilasciata a La Stampa, ha raccontato i dettagli dell’aggressione, che si è “guadagnata” per il solo fatto di aver difeso le ragazzine.
Ha dichiarato di essere stata colpita con un pugno in faccia finendo dritta dritta a terra. E di aver trascorso la notte al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo di Pavia. Trascorsi un paio di giorni dall’aggressione aveva ancora lo zigomo colpito dal pungo e la lingua gonfi. Nonché un labbro spaccato e dieci giorni di prognosi. La donna, madre, insegnante e attivista per i diritti LGBTQ+ ha tenuto a condividere la propria esperienza, invitando gli altri ad intervenire quando si tratti di proteggere i più vulnerabili. Ma come sono andati, esattamente, i fatti?
Insulti omofobi contro ragazzine
La docente stava passeggiando per le strade del paese quando un gruppo di ragazzine ha attirato la sua attenzione: le giovani stavano cercando disperatamente di sfuggire a un uomo che le stava spingendo e insultando con frasi omofobe. La donna, che non conosceva né l’aggressore né le vittime, ha deciso di intervenire senza pensarci un attimo. Ma di tutta risposta, anziché smettere, questo l’ha presa di mira sostenendo che le ragazze avessero “importunato” sua figlia. Mentre queste ultime piangevano disperate cercando di fuggire, la professoressa ha tentato di calmare l’uomo gettandogli addosso un bicchiere di Coca Cola. Non è però riuscita nell’intento. Così come non ci è riuscita la figlia.
E’ a questo punto che quest’ultimo ha colpito la donna. La quale, però, non si pente di quanto fatto. Ha dichiarato in merito:
“Sono fiera di trovarmi qui per aver preso le difese di un gruppo di ragazzine importunate da un adulto. Sarebbe potuto finire molto peggio, ma sono orgogliosa di quello che ho fatto. Non è possibile che nel 2023 ci sia gente che si permette di dire certe cose. A maggior ragione se l’obiettivo dell’odio sono delle minorenni, poco più che bambine. Ma non è possibile nemmeno che, in mezzo a centinaia di persone, nessuno intervenga. Lo dico da madre, insegnante e persona che si batte per i diritti LGBTQ+”.
Certo, la rabbia deve essere stata grande, ed altrettanta è stata la delusione nel constatare che nessuno, prima del suo intervento, sia intervenuto, nonostante ci fossero già state tirate di capelli e sputi alle malcapitate. La donna ha denunciato l’aggressione e spera che vengano presi provvedimenti.
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