La laurea: un percorso che vale la pena affrontare
Ebbene si, gli studenti che si laureano sembrano avere maggiori possibilità di realizzare i propri “sogni” professionali rispetto a chi non ne possiede una. Lo conferma l’ISTAT, che ha pubblicato un dato interessante: il tasso di occupazione sale di ben 11 punti in riferimento a chi ha proseguito il percorso scolastico dopo il diploma, rispetto a chi non ha continuato gli studi.
Un altro fattore su cui riflettere è che tra gli under 35, il gap tra laureati e diplomati aumenta fino a 16 punti .
Insomma, sembra che ancora una volta in Italia sia essenziale proseguire il personale percorso formativo per riuscire a raggiungere dei risultati soddisfacenti in futuro, soprattutto nell’ambito lavorativo. L’ISTAT, però, ha posto un altro punto di riflessione importante: in un’epoca come questa, il lavoro in Italia non sembra essere “costante” e remunerativo, anche per chi si laurea.
Quindi, come è possibile risolvere il fenomeno “dell’intermittenza” professionale tra i giovani laureati?
La laurea essenziale per un lavoro? I dati
Secondo un’analisi ISTAT, i giovani laureati che hanno meno di 35 anni lavorano circa il 75% in più rispetto al 59% dei neodiplomati. Invece, sono ben 30 i punti di differenza tra chi ha iniziato e terminato un percorso accademico rispetto a chi si è fermato al diploma di terza media. In percentuale, il tasso di occupazione di un laureato e dell’84% rispetto al 54,1% di una persona che detiene il titolo di terza media.
Interessante è analizzare anche il tasso di disoccupazione. Sempre secondo l’ISTAT, la mancanza d’impiego è maggiore tra i diplomati, ossia il 6,2% rispetto al 3,6% dei laureati. Ciò dimostra che chi consegue la laurea triennale o magistrale, proseguendo quindi gli studi, ha maggiori possibilità di ottenere un impiego inerente alle proprie corde, rispetto a chi ha un normale diploma superiore.
In Italia, comunque, le opportunità continuano a rimanere in media più basse rispetto agli altri Paesi europei. Nell’ultimo periodo, però, le cose sembrano migliorare: i laureati sembrano essere aumentati tra il 2022 e il 2023 dell’1,3%, con circa il 37% dei laureati di sesso maschile e quasi il 49% delle laureate.
Donne e laurea: chi ne possiede una ha maggiori opportunità e parità di genere
Purtroppo in Italia esiste sempre un divario importante tra realizzazione professionale maschile e femminile. Secondo, però, la ricerca e verifica dell’ISTAT, tutte le donne che hanno conseguito una laurea sembrano abbiano maggiori condizioni favorevoli dal punto di vista professionale. Infatti, le laureate hanno un maggiore rilievo e meritocrazia in molteplici settori lavorativi tanto quanto gli uomini, rispetto a chi possiede solo un diploma superiore.
Sebbene ci sia questo elemento significativo e positivo, purtroppo il tasso occupazionale delle donne è decisamente inferiore rispetto agli uomini. In termini di percentuale, si tratta del 59% rispetto al 79,3%.
Inoltre, è bene evidenziare che per quanto ci siano degli elementi positivi, un altro problema in Italia continua ad esistere, ossia il fenomeno della discontinuità lavorativa tra i laureati. Purtroppo, risulta che chi possiede una laurea ha inizialmente più probabilità di ottenere un contratto determinato rispetto a un diplomato, che in termini numerici ha molta più possibilità di ottenere sin da subito un contratto di tipo indeterminato.
Ciò dimostra un fenomeno di intermittenza lavorativa tra i laureati, non giustificato vista la specializzazione ulteriore rispetto ai diplomati.