Lo Ius Scholae continua a essere motivo di scontro all’interno della coalizione di governo: Forza Italia propone, Salvini frena, La Russa richiama all’unità.
La questione dello Ius Scholae, ovvero la possibilità per i giovani stranieri nati o cresciuti in Italia di ottenere la cittadinanza, è tornata al centro del dibattito politico grazie a una proposta di legge presentata da Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, a nome di Forza Italia. La proposta, ribattezzata Ius Italiae, mira a semplificare il processo di acquisizione della cittadinanza per quei giovani stranieri che abbiano frequentato un ciclo scolastico completo nel nostro Paese.
Secondo Tajani, la cittadinanza italiana dovrebbe essere concessa non solo in base alla residenza o al sangue (ius sanguinis), ma anche attraverso il completamento di un percorso scolastico nel Paese. La sua proposta si fonda quindi su tre punti cardine: nascita o arrivo in Italia entro il quinto anno di età, residenza continuativa per dieci anni, completamento con successo del ciclo scolastico obbligatorio. Solo a queste condizioni, i ragazzi potranno ottenere la cittadinanza al compimento dei 16 anni, previa richiesta di un genitore, o al raggiungimento della maggiore età.
Tajani ha chiarito che il progetto non ha l’obiettivo di agevolare l’immigrazione illegale, ma di riconoscere un diritto a chi è cresciuto e si è formato in Italia. “Essere cittadino italiano è una cosa seria”, ha affermato ribadendo l’importanza della conoscenza della lingua, della storia e della Costituzione come prerequisiti fondamentali. La proposta include anche una revisione dello ius sanguinis, limitando la trasmissione della cittadinanza agli stranieri di origine italiana fino alla generazione dei bisnonni, per evitare truffe e garantire serietà nel riconoscimento.
Le resistenze di Salvini e La Russa: prudenza e priorità diverse
Nonostante il sostegno di Forza Italia, all’interno della maggioranza non mancano le frizioni. Matteo Salvini, leader della Lega, si è espresso in modo deciso contro un’accelerazione sulla questione della cittadinanza, definendo la concessione di nuove cittadinanze come una priorità secondaria rispetto ad altre sfide del governo. Domenica scorsa, durante il suo intervento a Pontida, Salvini ha ribadito la sua posizione: “Il problema non è il colore della pelle, ma non è il momento di regalare cittadinanze più velocemente”. La priorità, per il leader leghista, è piuttosto quella di revocare la cittadinanza a chi delinque, come gli stranieri che spacciano o commettono reati gravi in Italia.
Salvini ha parlato della cittadinanza come di un “atto di fede” che implica un forte legame con il Paese e ha sottolineato che, in caso di tradimento della fiducia dello Stato, la cittadinanza dovrebbe essere revocata: “Non abbiamo bisogno di altri delinquenti”, ha detto.
A rafforzare le resistenze della maggioranza è intervenuto anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d’Italia, che ha ricordato come, quando il suo partito era all’opposizione, aveva già proposto un emendamento per il riconoscimento della cittadinanza ai giovani stranieri al termine del ciclo scolastico, ma con modalità diverse da quelle attuali. La Russa ha evidenziato che queste proposte dovevano essere discusse prima delle elezioni e inserite nel programma comune del centrodestra, per evitare divisioni tra i partiti di governo.
“Da presidente del Senato spero che non ci sia l’uso strumentale di argomenti per fare braccio di ferro tra Lega e Forza Italia. Bene ha fatto Salvini a chiedere scusa a Tajani. Bene farebbe Tajani a dire la verità: che le priorità del governo vanno ai punti fissati concordemente nel programma. Questo punto può essere affrontato dopo la realizzazione del programma”. Il presidente del Senato ha inoltre ammonito contro l’uso strumentale di questioni delicate come lo Ius Scholae per creare divisioni all’interno della maggioranza.
Il futuro dello Ius Scholae: in attesa di un confronto
Nonostante le divergenze, la proposta di Forza Italia potrebbe aprire una discussione più ampia all’interno del Parlamento, anche se, al momento, sembra improbabile che venga approvata in tempi brevi. Tajani ha ribadito che la legge verrà discussa con gli alleati prima di essere portata in Aula, sottolineando l’importanza di affrontare il tema con serietà e senza strumentalizzazioni politiche.
L’esito del dibattito sullo Ius Scholae rimane dunque incerto, ma è chiaro che la questione della cittadinanza per i giovani stranieri nati o cresciuti in Italia continuerà a essere uno dei temi più caldi del programma politico con implicazioni per la maggioranza di governo, ma anche per il futuro di migliaia di giovani che attendono il riconoscimento di un diritto che li leghi al Paese in cui vivono e si formano.