A Ivrea l'istituto più 'laico' d'italia: come cambia la società dietro i dati

A Ivrea l'istituto più 'laico' d'italia: come cambia la società

L'istituto Olivetti di Ivrea rappresenta un caso emblematico della crescente laicità nel sistema educativo italiano.
A Ivrea l'istituto più 'laico' d'italia: come cambia la società

L’istituto Olivetti di Ivrea rappresenta un caso emblematico della crescente laicità nel sistema educativo italiano. Con oltre nove studenti su dieci che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, questo istituto ha conquistato il primato di scuola più laica d’Italia. Questo fenomeno si inserisce in un contesto più ampio di trasformazione sociale, in cui il ruolo dell’insegnamento religioso nelle scuole sta progressivamente cambiando.

Il dato, fornito dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar), riflette una tendenza in aumento a livello nazionale, dove gli studenti che rifiutano l’ora di religione hanno raggiunto la cifra record di 1 milione e 164mila.

Contesto storico e trasformazione dell’istituto Olivetti

L’istituto Olivetti di Ivrea ha vissuto una notevole evoluzione nel tempo. Originariamente concepito per formare operai e tecnici specializzati destinati alla celebre azienda di macchine per ufficio, oggi rappresenta un centro d’eccellenza per la formazione di operatori informatici, grafici e meccanici. Questa trasformazione riflette il cambiamento delle esigenze professionali e tecnologiche della società contemporanea.

Analisi dei dati sull’ora di religione

Secondo i dati forniti dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar), l’istituto Olivetti di Ivrea si classifica come il più laico d’Italia con il 90,7% degli studenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Questo record riguarda lo scorso anno scolastico e comprende 1.295 allievi totali, di cui 160 adulti frequentanti il serale.

Al secondo posto si posiziona l’Istituto tecnico Sassetti-Peruzzi di Firenze con l’86,78% di non avvalentisi, seguito dalla primaria Nazario Sauro di Monfalcone (86,45%) e dal professionale Carrara di Novellara (86,29%). Questi dati rivelano un trend significativo nelle istituzioni tecniche e professionali italiane, dove la scelta di non seguire l’ora di religione appare nettamente superiore rispetto ai licei.

Fattori che influenzano le scelte degli studenti

Diverse sono le cause dietro l’elevata percentuale di studenti che non frequentano l’ora di religione all’Olivetti. Un primo fattore significativo è la presenza di corsi serali, dove l’insegnamento religioso non è previsto nel piano di studi. Come conferma il segretario dell’Uaar Roberto Grendene, questo elemento incide notevolmente sui dati complessivi.

La multietnicità rappresenta un secondo aspetto rilevante: la professoressa intervistata sottolinea come la diversità culturale degli studenti, provenienti da vari paesi e con differenti credi religiosi, contribuisca al fenomeno. Va considerato anche che gli studenti delle superiori, a differenza di quelli delle scuole di grado inferiore, decidono autonomamente senza l’influenza dei genitori.

Grendene evidenzia inoltre un crescente “avvicinamento ad un’etica senza riferimenti religiosi”, tendenza che si manifesta anche nei licei, nonostante tecnici e professionali mantengano le percentuali più elevate di esoneri.

Implicazioni sociali e risonanza culturale

I dati dell’Olivetti riflettono un cambiamento più ampio nella società italiana. Secondo Pew Research Center, l’Italia è prima tra 26 Stati per abbandono del cristianesimo, con 28,4 persone che lasciano la religione per ogni convertito. A livello nazionale, gli studenti che non frequentano l’ora di religione sono aumentati a 1.164.000, passando dal 15,5% nel 2022/23 al 16,62% nel 2023/24, segnalando una trasformazione nei valori generazionali.

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