Julio Velasco sullo Ius Scholae: "Dovrebbe esistere uno ‘Ius tutto’. Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce e vive in Italia deve diventare italiano" - Studentville

Julio Velasco sullo Ius Scholae: "Dovrebbe esistere uno ‘Ius tutto’. Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce e vive in Italia deve diventare italiano"

L'opinione del CT del volley italiano sullo Ius Scholae e Ius Soli. Secondo il dirigente sportivo, un ragazzo che nasce e conduce una vita in Italia ha il diritto di ottenere la cittadinanza italiana, senza avere ostacoli.
Julio Velasco sullo Ius Scholae:

La visione del celebre Commissario Tecnico Velasco

Durante una intervista condotta da Rai Italia, il vincente allenatore di pallavolo Julio Velasco si è espresso in merito all’inclusione e alla considerazione di giovani stranieri nello sport italiano. Il tema in questione riguarda la cittadinanza: il dibattito sulla concessione “dell’italianità” a figli di migranti è cosa che sta interessando la cronaca. E’ giusto o no assegnare cittadinanza italiana a chi non ha origini nella penisola, ma comunque ci è nato e ci vive?

Le parole di Julio Velasco

Lo sport dovrebbe unire e includere, ma spesso viene utilizzato come fonte discriminatoria. In questo caso è lo stesso CT dell’Italvolley femminile che “etichetta” lo sport come specchio di ingiustizia.

“Lo sport, secondo me riflette una ingiustizia poiché solo quando conviene i figli di migranti diventano italiani, mentre quando ciò non è conveniente, non lo diventano”. 

Velasco è stato un chiamato a rispondere in merito all’argomento Ius Scholae e Ius Soli, sviluppatosi però in chiave sportiva. L’allenatore ha contestualizzato il “problema” prendendo come esempio lo sport.

A tal proposito, Velasco ha dichiarato:

“Se il figlio di migrante è un buon giocatore o giocatrice, vedrete che diventerà italiano e firmerebbero tutti, e anche i partiti generalmente contrari sarebbero d’accordo”. 

Inoltre, il CT ha raccontato una sua esperienza con alcune ragazze straniere, le quali fanno parte della Nazionale Azzurra:

“La pallavolo femminile, per questioni sociologiche, ha più ragazze di origine africana, ha qualche giocatrice come Fahr, figlia di tedeschi, o Antropova, figlia di genitori russi. Sono nate o hanno studiato in Italia, e a me sembra assurdo che io, grazie a mio nonno Schiaffino arrivato in Argentina a dieci anni, avrei potuto prendere la cittadinanza senza aver mai visitato l’Italia e parlato l’italiano. Invece non lo possono fare i ragazzi e le ragazze nate in Italia. Questa è un’idea vecchia di Nazione e non di Paese che secondo me è assolutamente superata”. 

La disparità di trattamento dei giovani migranti

Secondo la visione di Velasco, stando alle parole da lui pronunciate, lo sport sembra che sia un valore imprescindibile al punto da poter prevalere sul reale diritto di cittadinanza.

Se questo concetto si spostasse oltre i confini sportivi, invaderebbe direttamente la sfera politica. Il CT argentino sostiene come dovrebbe esistere uno “Ius” per tutto, anche per lo sport, sottolineando come: “Un ragazzo che nasce, studia e lavora in Italia deve essere italiano”.

L’argomento chiama in causa anche la sfera politica, richiamando temi come integrazione e appartenenza, poiché indipendentemente dalle origini si condividono gli stessi contesti “formativi, sociali e culturali”.

Secondo Velasco, è necessaria una nuova legislazione che rispetti i tempi e che consideri il mutamento sociale che è sotto gli occhi di tutti all’interno del nostro Paese.

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