La DAD ha violato la privacy degli studenti? La genesi
Una denuncia che arriva dal Movimento Cinque Stelle e che riguarda il periodo di pandemia per gli studenti. Durante il primo lockdown e anche nei mesi a seguire il settore scolastico si è trovato in uno scenario mai visto prima. L’impossibilità di uscire di casa e quindi recarsi a scuola ha portato ad un nuovo metodo di studio, in modo tale da non perdere lezioni: stiamo parlando, ovviamente, della DAD. Se c’è chi dice che attualmente uno studente su tre vada peggio a scuola a causa di questo metodo, c’è anche chi pensa abbia avuto benefici per i ragazzi. Il Movimento Cinque Stelle addirittura pensa che la DAD abbia violato la privacy. Scopriamo nel dettaglio cos’è successo!
La DAD ha violato la privacy degli studenti? La denuncia
Nonostante la DAD fosse l’unico modo per fare scuola in un periodo così complicato come quello dell’emergenza sanitaria, secondo la senatrice Maria Laura Mantovani, componente del direttivo M5S a Palazzo Madama le piattaforme di streaming utilizzate avrebbero violato la privacy dei ragazzi: “Da Human Rights Watch arriva una denuncia molto forte: le piattaforme prodotte dai colossi del web e utilizzate durante la pandemia per lo svolgimento della didattica a distanza hanno violato la privacy degli studenti. 49 Paesi in totale, fra cui l’Italia, hanno fatto ricorso a prodotti digitali che sono stati in grado di monitorare i minori senza consenso alcuno. I nostri studenti sono stati profilati a scopo commerciale, e questo è un fatto grave. Ancora una volta arriva una conferma sul fatto che i giganti del web agiscano con troppa libertà e pieghino anche le istituzioni ai loro obiettivi di business, perfino a danno dei minori“. La DAD avrebbe quindi – indirettamente – violato la privacy degli studenti?
La DAD ha violato la privacy degli studenti? Le motivazioni
I Paesi che si trovano in questo rapporto hanno approvato almeno un prodotto di tecnologia dell’educazione che ha messo a rischio i diritti dei minorenni. Per questo motivo Human Rights Watch ha invitato gli stesso ad adottare leggi al passo coi tempi per prevenire altri episodi della stessa portata. “Anche l’Italia deve agire con la massima velocità e con fermezza a tutela della privacy di tutti i nostri studenti – ha concluso la senatrice – Sotto questo aspetto non è rassicurante leggere che il ministro Bianchi vuole rivolgersi proprio alle aziende del sistema globale, quelle accusate da Human Rights Watch, per formare 650 mila insegnanti alle nuove competenze digitali e al futuro dell’interconnessione globale. Su tutto questo nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione al Senato“.
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