‘Il Pnrr per la scuola e l’università: a che punto siamo?’: nel focus dati preoccupanti sul Pnrr Istruzione, nel quale scuole e docenti non ancora hanno avuto i soldi previsti.
Un report della Fondazione Agnelli, realizzato in collaborazione con la Fondazione Astrid, mette in evidenza che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per l’istruzione è ancora molto al di sotto delle aspettative: al 31 dicembre 2023 solo il 17% delle risorse destinate alla scuola era stato effettivamente speso. Ecco cosa riporta il focus ‘Il Pnrr per la scuola e l’università: a che punto siamo?’ che stila un bilancio aggiornato di tutte le misure per il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, dagli asili nido alle università.
Basso tasso di avanzamento finanziario
Il tasso di avanzamento finanziario per l’istruzione, per i servizi per l’infanzia, per le scuole e le università è risultato inferiore rispetto all’insieme del Pnrr, fermandosi al 17% rispetto al 22% globale del Piano. Questo dato solleva preoccupazioni sul futuro, specialmente considerando che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stimato un impatto significativo delle misure per l’istruzione sulla crescita economica, pari a 1,3 punti di PIL nel periodo 2021-2026.
Segnali positivi dall’edilizia scolastica, ma c’è mancanza di trasparenza
Se da un lato emergono segnali positivi riguardo all’edilizia scolastica, con il 93% dei progetti iniziati ‒ 2.437 progetti sono già stati aggiudicati e 2.268 sono già stati avviati‒, dall’altro mancano dati cruciali sulla spesa e sull’impatto dei singoli progetti; al momento del report non c’erano informazioni sufficienti per valutare l’efficacia e la distribuzione territoriale dei progetti aggiudicati.
Il report, infatti, evidenzia poca trasparenza e assenza di informazioni tempestive sullo stato di avanzamento dei singoli progetti. Questa mancanza di chiarezza compromette la capacità di valutare il progresso complessivo del Pnrr nel settore dell’istruzione.
Le reazioni delle fondazioni coinvolte
Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, sottolinea l’importanza di fare il punto sullo stato di attuazione del Pnrr, evidenziando i rischi di ritardi o di realizzazioni inadeguate entro il 2026: “Il Pnrr aveva suscitato grandi aspettative nel mondo dell’istruzione sia per gli ingenti investimenti previsti sia per le fondamentali riforme, come la formazione e l’assunzione dei docenti. Da qualche tempo, sullo stato di attuazione del piano è, però, calato il silenzio. L’obiettivo di Astrid e Fondazione Agnelli è tornare a parlare di Pnrr, fare un bilancio dei progressi compiuti negli investimenti fin qui e segnalare i rischi di ritardi o di realizzazioni inadeguate di qui al 2026. Anche le riforme più ambiziose, come formazione, orientamento e formazione tecnico-professionale hanno in parte cambiato pelle: si tratta di valutare l’efficacia dei nuovi interventi e quanto contribuiscano al miglioramento di scuola e università”.
La situazione delle scuole al Sud
Dallo studio di Fondazione Agnelli e Fondazione Astrid è anche emerso che il 42,4% delle nuove scuole erano previste al Sud, secondo il Pnrr originario. La sua rimodulazione ha invece portato a un ridimensionamento del numero originario, che passa da 195 a 166 scuole.
Il report sottolinea più volte la necessità di un maggiore impegno nel promuovere gli investimenti e le riforme nell’ambito dell’istruzione, ambito nel quale è fondamentale garantire più trasparenza e un monitoraggio costante sull’avanzamento dei progetti, al fine di assicurare il pieno utilizzo delle risorse destinate a migliorare il sistema educativo italiano.