LA NATURA TRA MINACCIA E IDILLIO NELL'ARTE E NELLA ?LETTERATURA: SAGGIO BREVE MATURITÀ 2017, AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
Svolgimento traccia Tipologia B del Saggio Breve per la Prima Prova di Maturità 2017 su "La Natura tra Minaccia e Idillio nell'Arte e nella Letteratura". Si tratta della traccia uscita per il Saggio Breve della Maturità 2017, inerente alla tipologia B, ambito artistico letterario. I documenti in allegato: 2 quadri, uno di William Turner, Bufera di Neve e uno di Pelizza da Volpedo, Idillio primaverile; un passo tratto da Dialogo della Natura e di un Islandese, di Giacomo Leopardi e due poesie: I limoni, di Montale e il Lampo di Pascoli. Ecco la traccia del saggio breve svolta per la prima prova della Maturità 2017.
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MATURITÀ 2017: LA NATURA TRA MINACCIA E IDILLIO NELL'ARTE E NELLA LETTERATURA – Traccia Svolta
Ecco lo svolgimento del saggio breve su "La Natura tra Minaccia e Idillio nell'Arte e nella Letteratura". Per prima cosa decidiamo il titolo e la rivista di consegna e poi procediamo con la traccia per la prima prova della Maturità 2017.
- Titolo: La Natura, madre e matrigna, tra arte e letteratura
- Consegna: rivista di arte
SAGGIO BREVE LA NATURA TRA MINACCIA E IDILLIO NELL'ARTE E NELLA LETTERATURA: INTRODUZIONE
La natura appare agli occhi degli uomini in una duplice e contraddittoria veste: quella della bellezza e quiete e quella della potenza distruttrice. Madre e Matrigna, benevola e maligna e in entrambe i sensi, ispiratrice per l'uomo che l'ha saputa cantare, elogiare, ammirare e evitare attraverso la produzione artistica e letteraria.
SAGGIO BREVE LA NATURA TRA MINACCIA E IDILLIO NELL'ARTE E NELLA LETTERATURA: SVOLGIMENTO
Ne è evidente esempio, tra i tanti, la “Ginestra” del Leopardi, in cui alla contemplazione del Golfo di Napoli con le sue visioni di statica pace si oppone il continuo pericolo del Vesuvio, con il ricordo della distruzione di Pompei. La natura è dunque ingannevole? Gli uomini, conclude il poeta, possono solo “confederarsi”, unirsi moralmente per difendersi dalle minacce che sono nascoste dietro lo stesso idillio che a volte appare. Il rapporto quasi conflittuale con il mondo è dallo stesso Leopardi nel denso e filosofico “Dialogo della Natura e di un islandese”: la natura è indifferente alle sorti degli uomini, e un “meccanismo”, e questo, apparendo come una persona o dea, dichiara spietatamente al suo interlocutore.
La natura, già cantò il latino Lucrezio, può mostrare il volto dell’amore come quello terribile e omicida della peste. Così il Pascoli, sempre attento alla condizione esistenziale dell’uomo, mostra gli effetti di un terribile fenomeno atmosferico, capace di sconvolgere quella serenità che, almeno in apparenza, troviamo nei versi pacati e ragionati del Montale.
Gli uomini sono un prodotto della natura, e nello stesso tempo se ne sono separati. Il mondo stesso è in parte una creazione dell’umanità, che ha fatto uso di quanto trovava, ma l’ha anche radicalmente trasformato. La letteratura europea dei secoli più recenti mostra soprattutto un’umanità cittadina, formata da una crescente urbanizzazione, e che vive secondo organizzazioni sociali, tanto che il filosofo Comte sostenne essere la sociologia la nuova religione. Ma la città, per la sua natura artificiale, ha bisogno della natura, e l’uomo la cerca fuori dalle cinte urbane, e anche tentando di riprodurla in parchi e giardini. C’è anche una ricerca inconscia della natura che è in noi, e a volte ci fa sfuggire alle regole della società ormai quasi artificiosa.
Così l’animo scosso e tragico del foscoliano Ortis è attratto dalla natura solitaria, quasi priva di umanità, che gli infonde quei sentimenti turbati che, negli stessi anni, vengono teorizzati da Kant con la teoria del sublime: sublime è l’immensamente bello o l’immensamente orribile.
L’arte figurativa s’ispira spesso alla natura immobile dell’Arcadia, ma senza dimenticare che dietro le immagini di pacatezza e felicità si può nascondere il pericolo della distruzione: la neve, come in Turner, il mare adirato come nella Zattera della Medusa, la stessa idea della fine dei tempi com’è rappresentata nel terribile Giudizio Universale di Michelangelo.
SAGGIO BREVE LA NATURA TRA MINACCIA E IDILLIO NELL'ARTE E NELLA LETTERATURA: CONCLUSIONE
Figlio della natura, eppure in conflitto con essa, l’uomo la ama e la teme; la sconvolge e la coltiva; e sa che ne dipende in gran parte. Da ciò anche la preoccupazione per l’esaurimento delle risorse o per i danni al clima mondiale.
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