La denuncia del presidente del sindacato ANIEF
L’istruzione dovrebbe costituire la base per il futuro solido di un Paese. Ecco perché è fondamentale destinare risorse governative alla scuola, con lo scopo di guidare gli studenti e trasferire loro un messaggio di merito. L’ANIEF pone in risalto come in Italia l’incidenza dei docenti precari sia determinante e da considerare un aspetto negativo.
Il problema del precariato
Si stima che il 25% circa degli insegnanti attualmente impegnati nelle scuole d’Italia, dalle primarie alle superiori, sia precario, ovvero con un contratto a termine. Nello specifico, nel 2024- 2025 si potrebbe arrivare a 250.000 docenti precari, inclusi anche coloro che hanno contratti a progetto.
A tal proposito, si è espresso il presidente dell’ANIEF Marcello Pacifico, il quale ha evidenziato la problematica:
“Dal 2014 al 2024, oltre il 50% dei posti in ruolo per insegnanti non è stato assegnato per carenza di docenti, nonostante l’aumento del 200% dei contratti a tempo determinato. Il compito degli insegnanti è costruire una cittadinanza europea, ma le istituzioni devono valorizzare la professione docente”.
La risposta del Ministro Valditara non si è fatta attendere e ha affermato come in realtà le cattedre vacanti siano 165.000 e non 250.000.
Secondo il sindacato, il conteggio è incompleto, poiché esclude gli insegnanti con contratto part time.
Le conseguenze del precariato
Per un insegante diventa complicato poter praticare la propria attività con una programmazione a corto raggio. Diversamente, poter pianificare un percorso su più anni consentirebbe una migliore istruzione.
Anche gli studenti hanno bisogno di continuità. Con il precariato delle cattedre, gli alunni rischiano di perdere facilmente il proprio riferimento con la possibilità di cambiare maestro o professore ogni anno. Dalle scuole primarie alle superiori si manifesta una carenza di docenti e questo è sicuramente un problema che da anni affligge l’istruzione italiana.
Il presidente Pacifico, conscio della situazione, ha chiesto alla Commissione Europea un intervento che possa garantire la parità di trattamento tra chi è precario e chi è di ruolo.
Tale richiesta verte a favore sia del corpo docenti, sia degli alunni.