Fortemente voluta dalla rettrice, la stanza del silenzio è aperta a tutte le fedi religiose nel rispetto del dialogo tra culture diverse.
In questi giorni l’Università di Firenze è al centro di un’iniziativa dedicata al rispetto e all’inclusività. Nel campus delle scienze sociali di Novoli ha infatti inaugurato la “stanza del silenzio”: un ambiente fortemente promosso dalla rettrice Alessandra Petrucci che vuole essere un segno tangibile dell’impegno dell’ateneo fiorentino nel promuovere il dialogo interreligioso e il rispetto delle diverse culture.
La stanza del silenzio
La “stanza del silenzio” è stata pensata come un luogo dedicato al raccoglimento, alla preghiera e alla meditazione, libero da qualsiasi influenza e senza simboli religiosi specifici; è uno spazio che vuole accogliere persone di tutte le fedi e culture, offrendo un ambiente caldo e luminoso arredato con semplicità e cura.
Secondo la rettrice Petrucci, l’Università deve essere un luogo dove gli individui possano confrontarsi liberamente, nel rispetto delle posizioni e dei percorsi altrui. L’apertura della “stanza del silenzio” riflette l’impegno dell’Ateneo nell’integrare le molte anime presenti nella comunità universitaria e nel promuovere la convivenza pacifica. “L’Università dev’essere il luogo dove potersi confrontare liberamente, nel rispetto delle posizioni e dei percorsi altrui. L’idea di aprire la stanza del silenzio vuole rafforzare questo principio nel segno dell’integrazione tra le tante anime che sono presenti anche nella nostra comunità. In un anno così importante per la storia del nostro Ateneo, che matura sempre più una vocazione internazionale, credo che occorra ribadire lo sforzo incessante verso la conoscenza reciproca per il perseguimento della convivenza pacifica”.
L’idea della stanza del silenzio è nata dopo un incontro con i rappresentanti delle diverse confessioni religiose avvenuto nei mesi scorsi, durante il quale è stata avanzata la richiesta di poter avere una stanza all’interno dell’Ateneo per consentire a tutti gli studenti di praticare la loro fede, visto che alcuni di loro si ritrovavano a pregare in un sottoscala. Da qui l’idea di aprire quest’area che si spera possa diventare un punto di riferimento per gli studenti, i docenti e il personale dell’università, un ambiente in cui concedersi un momento di quiete e di riflessione durante la frenesia quotidiana.
I 700 anni dell’Università di Firenze
In un anno di celebrazioni per i 700 anni di storia dell’Università di Firenze e per il consolidamento della sua vocazione internazionale, la “stanza del silenzio” assume un ruolo di rilievo: un’oasi di quiete e rispetto nel cuore del campus universitario, un luogo dove le diverse culture e fedi possono incontrarsi e dialogare in un clima di reciproca comprensione. La sua apertura è parte di un impegno più ampio dell’Università di Firenze per favorire il dialogo e la convivenza pacifica tra le diverse sensibilità religiose e culturali presenti nella comunità accademica e rappresenta un passo importante nel percorso di crescita e apertura dell’Ateneo, contribuendo a consolidare la sua reputazione come luogo di dialogo interculturale e interreligioso.
Le parole dell’imam Izzeddin Elzir
L’inaugurazione della “stanza del silenzio” è stata accolta con favore dalle rappresentanze delle diverse comunità religiose presenti a Firenze. L’imam Izzeddin Elzir, presidente della comunità islamica di Firenze, ha sottolineato l’importanza di questo gesto “È un segno importante di attenzione e rispetto verso le diverse sensibilità religiose. L’Università di Firenze dimostra di essere un luogo aperto e inclusivo, dove il dialogo e la convivenza pacifica sono valori fondanti”. Anche la comunità ebraica di Firenze ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, considerandola un passo significativo verso il dialogo interreligioso e la promozione della pace.