Non solo il più grande d’Africa, capace di ospitare ben 35.000 spettatori, ma la terza struttura per capienza di tutta la romanità, dopo l’anfiteatro Flavio, il nostro Colosseo, e il teatro di Capua. Anche qui, come d’uso negli anfiteatri romani, duelli tra gladiatori e corse delle bighe.
Non dovremmo stupirci, perché quello che ora divide, un tempo era il Mare Nostrum, e si coltivano le stesse usanze ed abitudini, su tutte le sponde del Mediterraneo, Tunisia compresa, che ai quei tempi, complice un clima meno arido, era uno dei più importanti granai di Roma.
L’anfiteatro rimase pressoché intatto fino al XVII secolo, anche perché l’antico insediamento romano non era più abitato, quando fu utilizzato come cava per la costruzione della Grande Moschea di Qayrawan (qualche analogia con quanto accadde a Roma?). Protetto dall’Unesco dal 1979, vi sono state girate alcune scene del Gladiatore.
Il biglietto per l’ingresso all’anfiteatro, 8 dinari (circa 4 euro), comprende l’accesso al Museo di El Jem, dove sono conservati elementi architettonici, affreschi e mosaici delle antiche ville romane, ritrovate a El Jem; d’estate aperto dalle 7:30 alle 19. El Jem si trova a metà strada tra Sousse e Sfax, lungo la strada che collega le due città.
Vedi anche Alla scoperta del deserto del Sahara.
Foto Archer 10, wikimedia commons.