L’Aquila Capitale italiana della Cultura nel 2026
E’ ufficiale: L’Aquila sarà la Capitale italiana della Cultura nel 2026. E’ stato annunciato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nel corso della cerimonia, svoltasi a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, alla presenza di una giuria composta da 7 esperti e dai rappresentati delle città finaliste e presieduta dal giornalista e scrittore Davide Desario, direttore di Adnkronos. Ed è così che, il capoluogo dell’Abruzzo, ha raggiunto parere favorevole per questo ambìto riconoscimento conquistandolo tra dieci città finaliste. Ovvero – rigorosamente in ordine alfabetico, Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena).
A 15 anni dal terremoto
L’Aquila seguirà a Pesaro – Capitale italiana della Cultura nel 2024 – e ad Agrigento, che lo sarà nel 2025. A quasi 15 anni dal disastroso terremoto che l’ha messa in ginocchio (tutti ricordiamo quel maledetto 6 aprile 2009 quando, alle 3:32, la città venne interessata dalla più forte delle scosse dell’intera scia sismica, con una magnitudo pari a 6,39), il capoluogo abruzzese riceverà un contributo finanziario – pari ad un milione di euro – che servirà per attuare gli obiettivi che sono stati ampiamente delineati nel progetto di candidatura. E che riguardano, in particolare, “progetti incentrati sulla salute pubblica e sul benessere, sulla coesione sociale, su creatività e innovazione, e sulla sostenibilità socio-ambientale”.
Ma quali sono le motivazioni per le quali ha primeggiato tra le altre candidate? Il progetto presentato – intitolato ‘L’Aquila Città multiverso’ – ha avuto la meglio perché “propone un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale. Mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura”. E riserva anche una grande attenzione nei confronti dei più giovani.
Le prime impressioni
Per il ministro Sangiuliano,”L’Aquila è una città ricca di storia e di identità e merita certamente di essere capitale della cultura” anche se avrebbe voluto conferire lo stesso riconoscimento anche a tutte le altre città candidate. Per il sindaco della città, Pierluigi Biondi, questo titolo “rappresenta un elemento attorno a cui ricostruire il tessuto sociale della comunità” e, non un risarcimento, “perché non può esserci risarcimento per ciò che il nostro popolo ha sofferto”. Felice si è detto anche Marco Marsilio, presidente della Regione che vede nel titolo appena ricevuto dalla città un altro segno della rinascita dell’Abruzzo.
Cosa significa essere “Capitale italiana della cultura”
Bene, ma in cosa consiste il titolo di Capitale italiana della cultura? Si tratta di un’iniziativa istituita nel 2014 e proposta dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, a seguito dell’importante partecipazione delle città italiane alla selezione per la Capitale europea della cultura 2019. Il suo scopo principale consiste nel “promuovere progetti e attività di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, sia materiale che immateriale, attraverso una forma di confronto e di competizione tra le diverse realtà territoriali, incentivando così la crescita del turismo e dei relativi investimenti”.
Ed è proprio quello che è successo anche per il 2026: una serie di città italiane hanno presentato le proprie candidature allegando dei progetti volti agli obiettivi appena esposti. Candidature che vengono sottoposte al parere di una giuria composta da sette esperti indipendenti e che viene poi comunicato al Ministro della cultura con dettagliata motivazione. Ma, a questo, segue un altro step, ovvero l’assegnazione del titolo da parte del Consiglio dei Ministri con apposita delibera. La città prescelta, come riporta Wikipedia, ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale per un anno.
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