Latino: l'insegnamento facoltativo e il dibattito sui nuovi programmi scolastici - Studentville

Latino: l'insegnamento facoltativo e il dibattito sui nuovi programmi scolastici

Latino: l'insegnamento facoltativo e il dibattito sui nuovi programmi scolastici

La proposta di inserire il latino come materia opzionale alle scuole medie non è una novità, ma apre nuove prospettive sull’importanza della grammatica, della memoria e della multiculturalità nelle classi italiane.

L’introduzione del latino come insegnamento opzionale alle scuole medie ha acceso un vero e proprio dibattito nel panorama educativo. Loredana Perla, docente di Pedagogia all’Università “Aldo Moro” di Bari e coordinatrice delle “Nuove indicazioni nazionali” per le scuole primarie e secondarie di primo grado, ha spiegato su Avvenire che l’obiettivo dei nuovi programmi è una scuola capace di integrare i testi tradizionali con contenuti più attuali: secondo lei il latino non è una mera “operazione nostalgia”, ma un mezzo per potenziare le competenze linguistiche e culturali degli studenti.

La pedagogista ha sottolineato poi che la grammatica italiana, così come lo studio delle lingue classiche, rappresenta una base fondamentale non solo per il corretto uso della lingua, ma anche per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza comunicativa. “Abbiamo a lungo sottovalutato l’intelligenza dei bambini”, afferma Perla, aggiungendo che i testi classici, se presentati in modo stimolante, possono appassionare gli studenti e aiutarli a sviluppare un amore per la scrittura.

Il latino tra inclusività e criticità: un dibattito aperto

L’introduzione del latino come materia opzionale nelle scuole medie solleva interrogativi su come possa convivere con una realtà scolastica sempre più multietnica. La pedagogista Perla ritiene che l’insegnamento del latino possa rappresentare uno strumento per aiutare i bambini con difficoltà linguistiche a comprendere meglio il contesto in cui vivono; tuttavia, precisa che l’approccio deve essere adattato ai tempi, evitando metodi ormai superati e puntando su pedagogie innovative.

A questa visione si aggiunge quella della presidente vicaria nazionale dell’Uciim, che pone l’accento sull’importanza di un approccio aperto e inclusivo. “Nulla in contrario al latino, ma dipende con quale ottica e apertura,” sottolinea, evidenziando come lo studio delle lingue classiche debba essere collegato alla comprensione delle radici europee e globali; allo stesso tempo, però, rimarca la necessità di insegnare storia e geografia in modo integrato, per comprendere fenomeni complessi come l’espansione dell’Impero romano o la guerra russo-ucraina.

Memoria, grammatica e inclusività: verso una scuola più completa

La memorizzazione e il rafforzamento della grammatica trovano ampio consenso tra esperti e pedagogisti. Studi neurologici dimostrano che l’esercizio della memoria favorisce lo sviluppo cognitivo e il recupero della poesia a memoria potrebbe aiutare a contrastare l’analfabetismo di ritorno, fenomeno sempre più diffuso tra gli adulti italiani.

Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca e membro della commissione ministeriale, ricorda che l’insegnamento facoltativo del latino esiste già da anni in molte scuole medie. “È il miglior contrasto al pessimismo che deriva dai dati di inchieste internazionali, secondo i quali gli italiani hanno gravi difficoltà nel comprendere un testo scritto”. Lo studio del latino, infatti, può contribuire a migliorare le competenze linguistiche, rendendo gli studenti più abili nel comprendere e costruire testi complessi.

L’introduzione del latino come materia opzionale potrebbe dunque rappresentare un’occasione per ripensare il modello educativo, puntando su una maggiore inclusività e un più ampio spettro di stimoli culturali. Una delle sfide principali sarà anche garantire che questa opportunità sia accessibile a tutti gli studenti indipendentemente dal loro contesto socio-economico.

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