Il 2 febbraio 2024 sarà un giorno speciale e significativo per la famiglia di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa di Vigonovo (Venezia) il cui tragico destino ha recentemente riportato sotto i riflettori il tema del femminicidio e della violenza di genere. Il Senato Accademico dell’Università di Padova ha deliberato la consegna postuma del diploma di laurea in Ingegneria Biomedica a Giulia, uccisa solo pochi giorni prima di poter discutere la tesi e terminare il percorso di studi. Si tratta di una decisione fortemente simbolica che rappresenta sia un tributo alla memoria di Giulia che un importante messaggio per la comunità accademica e la società in generale.
Il ricordo della commissione di laurea
Il 16 novembre scorso, Giulia Cecchettin avrebbe dovuto essere la prima di 56 studenti a laurearsi. Nonostante fosse scomparsa da ormai cinque giorni, l’ateneo patavino aveva comunque accolto parenti e amici nella speranza che Giulia si presentasse alla discussione. Lo stesso presidente della commissione di laurea in Ingegneria Biomedica, Stefano Tomasin, prima di cominciare aveva dedicato alcune parole proprio a lei, sottolineando il vuoto lasciato dalla sua assenza: «Un pensiero particolare va a Giulia, che è scomparsa da alcuni giorni e che avrebbe dovuto oggi sostenere l’esame di laurea. La comunità dei docenti e del personale del Dipartimento si unisce a quella degli studenti, nell’augurio di avere presto lei tra i nostri neolaureati».
L’ultima comunicazione tra Giulia e la sua relatrice
Un particolare commovente è emerso nell’ultima e-mail inviata a Giulia dalla sua relatrice, Silvia Todros, sabato 11 novembre alle 17.15, poco tempo prima che la ventiduenne salisse in macchina con Filippo Turetta. «Le ho risposto che la tesi andava benissimo e che avrebbe potuto caricarla ma la mia mail purtroppo non l’ha mai letta» ha raccontato la docente, che ha poi continuato «Giulia ha seguito il corso di meccanica dei materiali del corso di Laurea in ingegneria biomedica. Lei frequentava con regolarità, l’ho conosciuta durante i corsi in aula. È capitato di parlarle al termine della lezione. Si è fermata qualche volta per avere chiarimenti sugli argomenti trattati. Era molto interessata, gentile anche nei modi. Finito il corso mi ha chiesto la tesi. Naturalmente ho accettato. Filippo Turetta? Nell’elenco degli studenti frequentanti c’è. Ma di lui non mi ricordo assolutamente».
L’impegno contro la violenza di genere
La Ministra dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini, ha espresso rispetto e gratitudine alla famiglia di Giulia per aver permesso questo riconoscimento postumo. Il gesto dell’Università va oltre il semplice riconoscimento accademico, diventando un simbolo di lotta e di sensibilizzazione verso una problematica sociale sempre più pressante. «Il Senato Accademico di Padova ha approvato la delibera che le conferisce il titolo alla memoria. Questo non riempie l’enorme vuoto che la sua tragedia ha lasciato nella famiglia, nella comunità e in tutti noi. La laurea sarà sua, l’ha guadagnata, le mancava solo la discussione e siamo profondamente onorati e grati alla famiglia per averci permesso di darle il riconoscimento che le spetta di diritto. Educhiamo i nostri ragazzi al rispetto. Educhiamoli ai sentimenti. Per il contrasto alla violenza contro le donne siamo tutti coinvolti. Non c’è altra strada. Grazie al papà, alla sorella e al fratello di Giulia per l’impegno e le parole che in queste settimane stanno spendendo per la comunità».
Un triste déjà vu accademico
Questa non è la prima volta che l’Università di Padova affronta una situazione del genere. Nel 2016, la stessa istituzione ha conferito il titolo postumo a Jessica Tellatin, studentessa deceduta a causa di una malattia a soli 26 anni con la tesi rimasta incompiuta.
Con questo nuovo gesto, l’Università di Padova si impegna a mantenere viva la memoria di Giulia Cecchettin, trasformando una tragedia in un messaggio di speranza e impegno contro la violenza di genere.