LE CANZONCINE PER BAMBINI CHE CI HANNO IRRIMEDIABILMENTE SEGNATO. Un po' come le fiabe che ci raccontano da bambini nascondono significati e sottotesti nascosti assolutamente inquietanti, così anche le canzoncine per bambini ai limiti della filastrocca, se esaminate più da vicino, fanno trasparire dei messaggi, una volta esclusa tutta la patina di nonsense. Il bello è che questi brani fanno affidamento proprio sull'abitudine consolidata dei bambini di ripetere allo sfinimento una melodia semplice, rendendo così quasi subliminale l'interiorizzazione delle parole che cantano senza rendersene troppo conto.
CANZONCINE PER BAMBINI DA ASCOLTARE: QUELLE CHE CI HANNO SEGNATO. E allora vediamo insieme quali sono le canzoncine per bambini che ci hanno segnato in maniera indelebile senza che nemmeno ce ne accorgessimo. Cristina D'Avena, la responsabile di tutti, o molti dei nostri problemi sei tu!
- Ci vuole un fiore: come tanto delle canzoncine per bambine, anche questa non è che una filastrocca in cui si elencano cose tenute insieme da un fragile ragionamento. In questo caso si tratta di una specie di ritorno al principio ultimo, che stranamente sarebbe un fiore. Peccato che nei vari passaggi non si ricordi mai l'opera dell'uomo, con le persone che curano questo benedetto albero e il campo in cui cresce il fiore. Sostanzialmente la canzone ha prodotto una generazione che pensa che gli snack crescano dentro le macchinette che le vendono.
- Alla fiera dell'Est: sono stati tentati anche riferimenti alla cultura ebraica per spiegare il testo di questa canzone di Angelo Branduardi, ma la verità è che si tratta di un mezzo per sconvolgere i bambini e insegnare loro la precarietà di tutte le cose. In questa concatenazione causale della sfiga si risale fino al temuto angelo della morte, per poi arrivare a Dio. Un po' troppo per un bambino che si deve sorbire anche una musica decisamente inquietante…
- Se sei felice: ovvero come creare disagio in incolpevoli bambini che per la prima volta stanno scoprendo che al mondo esiste anche l'infelicità. Una canzone basata sul senso di colpa per l'inadeguatezza di fronte alle richieste della società che vuole cittadini soddisfatti e sorridenti. Pochi brani hanno raccontato il conformismo e – del tutto in anticipo coi tempi – certe finzioni da social network in cui ogni utente racconta la propria success story.
- Il coccodrillo come fa?: d'altro canto avevamo anche canzoni che raccontavano storie di outsider, di personaggi scomodi tenuti ai margini perché irriducibilmente sovversivi. In questo caso è l'animale del titolo, che si rifiuta di esibirsi in un verso come tutti i suoi colleghi “e mezzo addormentato se ne va”. Un testo scottante, che denunciava l'indifferenza che circonda il problema. Impossibile non versare una lacrima per quel coccodrillo che molto spesso piange e mangia troppo.
- Quarantaquattro gatti: come far venire mal di testa a dei bambini che a malapena sanno fare delle addizioni. Semplice, basta chiedere loro di cimentarsi con moltiplicazioni che prevedono addirittura il resto! Sarà un caso che la canzone giri insistentemente proprio su questa operazione non semplicissima per degli alunni delle elementari? Noi non crediamo…
- I due liocorni: di solito la si canta come una semplice lista di animali, con il finale a chiudere su questi due liocorni (unicorni?) che proprio non si vedono. Ma avete mai prestato attenzione al brano completo? Stiamo parlando del diluvio di Noé, un evento che spazza via il 99% della popolazione mondiale, e quindi i due liocorni che non salgano sull'arca non sono che una razza estinta per sempre… Volete traumatizzarci ulteriormente e uccidere anche Topo Gigio?
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