Le conseguenze del declino demografico italiano sulla scuola: le previsioni entro il 2035 - Studentville

Le conseguenze del declino demografico italiano sulla scuola: le previsioni entro il 2035

Perdite notevoli e preoccupanti per il futuro in Italia nel settore scolastico: si stima che entro il 2035 si andranno a perdere il 21,4 % degli alunni dai cinque a quindici anni di età.
Le conseguenze del declino demografico italiano sulla scuola: le previsioni entro il 2035

Le percentuali secondo i ricercatori: si può avere una scuola senza studenti?

Sebbene la domanda appena posta possa essere provocatoria, la tendenza pare andare in quella direzione. Secondo studi autorevoli, sono state stimate gravi perdite demografiche di studenti che si affacceranno al mondo scolastico nei prossimi anni.

La causa principale è individuata nel netto calo demografico nazionale. La regione che sarà più interessata dal decremento studentesco sarà la Sardegna.

Perché in Sardegna ci saranno sempre meno studenti?

Il declino demografico che l’Italia sta vivendo in questi anni avrà nette ripercussioni sul tasso di iscrizione degli alunni nelle scuole.

La ricerca del Ministero dell’Istruzione e del Merito evidenzia come, in epoca recente, sono circa sette milioni gli studenti iscritti a scuole rientranti nei cosiddetti “cicli non terziari”. Inoltre, vige un chiaro squilibrio tra la “popolazione scolastica” del Nord rispetto a quella del Sud. Nello specifico, quasi il 63% di studenti sono concentrati nelle regioni del Settentrione.

Il tasso di decrescita degli studenti al Sud è doppio rispetto a quello che si trova nelle altre zone d’Italia. Al Sud, infatti, le iscrizioni studentesche sono calate di circa il 9%.

La situazione in Sardegna è abbastanza delicata: infatti, le proiezioni al 2035 si orientano verso una riduzione degli iscritti alle scuole pari al 30%.

In realtà la media nel Mezzogiorno è di circa il 21% di studenti di età compresa tra i 5 e i 14 anni, ossia relativa alle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Nella regione isolana, la perdita sarà di circa 1 studente su 3. Tali previsioni comporteranno la presumibile chiusura di diversi edifici scolastici con la conseguente perdita di diversi posti lavoro da parte di insegnanti, dirigenti e addetti.

Gli investimenti per mantenere “piccole realtà scolastiche”

Ci si pone un quesito: sarà proprio necessaria la chiusura di queste scuole in futuro?

Inoltre, realmente potrebbero sparire diverse centinaia di comuni italiani a causa del calo demografico?

Le risposte a entrambe le domande richiedono una approfondita analisi. Se davvero alcuni paesi potrebbero sparire dal territorio nazionale, con la conseguente chiusura delle scuole in essi presenti, è pur vero che ci saranno piccole realtà che potranno comunque essere mantenute. Attualmente il numero minimo di alunni per poter tenere aperta una scuola primaria è di 125. Ad oggi, ben l’8,4% dei ragazzi a livello nazionale frequenta scuole di piccola realtà, specialmente in Emila Romagna e nel Molise.

Per rendere queste scuole sostenibili, sarà importante destinare loro non solo nuovi studenti, ma predisporre una politica finanziaria a livello governativo mirata e a favore della cultura.

 

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