I dati di Unioncamere e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
L’anno precedente, ossia il 2023, molteplici aziende in Italia specializzate in diversi settori hanno previsto circa 770.000 assunzioni di neolaureati. Ebbene, questa cifra corrisponde al 14% circa di 5,5 milioni di collaborazioni richieste sotto contratto di lavoro, un numero non certo indifferente.
Questi dati sono stati comunicati dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, in stretta collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’istituzione governativa ha, inoltre, registrato che diverse aziende e società sono realmente in difficoltà a trovare disponibilità da parte di 1 laureato su 2, ossia circa 375.000 potenziali dipendenti. Un altro importante contributo per stilare i dati proviene da Almalaurea, che ha analizzato nella sezione specifica “Laureati e lavoro” le diverse possibilità professionali richieste dal mercato.
Quali settori sono più richiesti in Italia oggi?
Le facoltà di indirizzo economico sono attualmente le più richieste e lo dimostrano i 223.000 contratti, inerenti il 2023.
Alle spalle “dell’economia“, troviamo ingegneria, con una richiesta di poco oltre 160.000 posti. Va specificato che i rami disciplinari sono differenti e si dividono tra industriale, civile, architettura, elettronica oltre ad altri indirizzi sempre di stampo ingegneristico.
Un po’ a sorpresa, è possibile notare come anche i settori dell’insegnamento e della formazione trovino posto in questa speciale graduatoria, con quasi 120.000 profili di studenti neolaureati. Addirittura, più del settore paramedico e sanitario che si attesta a circa 60.000 presenze, mentre i settori scientifici e informatici occupano 56.000 studenti che hanno concluso il loro corso di studi.
Le mansioni più difficili da trovare
Se alcuni lavori hanno molta richiesta, fanno da contraltare altri dove la domanda è molto più ampia rispetto all’offerta. Un esempio? Le imprese che faticano a reperire nuovi laureati interessano maggiormente il settore della sanità e dell’ambito scientifico. Più di tutti, mancano ingegneri elettrotecnici, ingegneri dell’informazione, e personale infermieristico (soprattutto nei reparti ospedalieri di ostetricia e maternità).
Va un po’ meglio per chi ambisce diventare tecnico telematico nella gestione delle reti e infrastrutture informatiche, mentre rimangono carenti farmacisti, terapisti medici e il classico dottore di base.