Oxford resta in vetta, ma le università asiatiche avanzano sui grandi atenei europei. Bologna al top tra le italiane.
Le università europee stanno progressivamente perdendo terreno a favore di quelle asiatiche: questo è quanto emerge da uno dei più importanti ranking mondiali, il Times Higher Education (THE) World University Rankings. Rispetto al 2019, nel 2025, il numero degli atenei europei presenti tra le prime 200 posizioni è sceso da 99 a 91, mentre l’Asia, con alcune università cinesi e giapponesi, sta guadagnando terreno. Nonostante questa preoccupante tendenza, l’Italia riesce a distinguersi per alcune eccellenze: in primis l’Università di Bologna, la migliore tra le italiane al 146° posto, la Normale di Pisa e La Sapienza, tutte tra le prime 200.
Il declino delle università europee: crisi o semplice evoluzione?
Il THE World University Rankings analizza 18 indicatori di performance, suddivisi in quattro principali ambiti: insegnamento, ricerca, trasferimento di conoscenze e internazionalizzazione. Nella classifica del 2025 molte università europee hanno registrato un peggioramento rispetto agli anni precedenti: in Francia, per esempio, dieci università hanno raggiunto il peggior risultato di sempre, mentre ben 19 hanno perso posizioni; in Svizzera, dove istituti di punta come ETH di Zurigo e l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne continuano a brillare, la maggior parte degli altri atenei ha visto un calo delle prestazioni.
Per fortuna non mancano i segnali di speranza, registrati in Paesi come la Germania e la Svezia: la Technische Universität München si è posizionata 26°, segnando il miglior risultato tedesco, il Karolinska Institutet di Solna, sede della commissione del Premio Nobel per la Medicina, ha raggiunto la top 50.
L’Italia si distingue: Bologna al top tra le università italiane
L’Italia è stata definita il fanalino di speranza del contesto europeo, come evidenziato dai ricercatori del THE. Anche se solo 8 delle 55 università italiane hanno migliorato la loro posizione rispetto all’anno precedente, mentre 15 l’hanno peggiorata, il nostro Paese si difende grazie alla qualità della ricerca e alla capacità di collaborazione con il mondo industriale. Nella top 200 mondiale troviamo tre università italiane: l’Università di Bologna è salita al 146° posto, guadagnando nove posizioni rispetto all’anno precedente; la Scuola Normale Superiore di Pisa è salita al 154° posto migliorando il piazzamento dell’anno scorso di 14 posizioni; La Sapienza di Roma, invece, resta tra le prime 200 ma perde quattro posizioni e si piazza al 185° posto.
Oltre ai tre atenei nella top 200, altri quattro istituti sono presenti tra i primi 250 al mondo: il Politecnico di Milano, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Padova e l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Inoltre, l’Italia può vantare un altro importante risultato: con ben 55 università classificate, si conferma il secondo Paese europeo più rappresentato dopo il Regno Unito (107 istituti in classifica).
L’ascesa dell’Asia: il nuovo baricentro dell’eccellenza accademica
Dal 2021, il 60% delle nuove università entrate nella top 200 proviene dall’Asia. Il progresso dell’istruzione superiore asiatica, soprattutto in Paesi come Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud, continua a impressionare gli esperti. Secondo Phil Baty, chief global affairs officer del THE, “la concorrenza nella classifica sta aumentando di anno in anno e proviene dall’Asia, con le università della Cina e della Corea del Sud, in particolare, che stanno rapidamente scalando la classifica”.
Oxford sempre al vertice, qualche sorpresa tra le americane
A livello globale, Oxford continua a dominare la classifica, mantenendo il primo posto per il nono anno consecutivo. Dietro a lei, le università statunitensi restano le più quotate, con il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e Harvard che si posizionano rispettivamente al secondo e terzo posto. Al contrario, Stanford ha perso quattro posizioni, scivolando al sesto posto. Tra le prime dieci, si confermano anche il California Institute of Technology, l’Università di Berkeley, l’Imperial College London e Yale. L’ETH di Zurigo si piazza all’undicesimo posto, seguito dalle asiatiche Tsinghua al 12° e Peking al 13°, mentre la National University of Singapore si colloca al 17°. Sembra proprio che il futuro dell’istruzione si stia lentamente spostando verso est.