Le famiglie hanno ragione: i figli “tecnologici” non rispondono mai alle telefonate
Ebbene si, in questo caso la comune visione, soprattutto dei genitori, che i figli sono sempre con il cellulare in mano ma non rispondono è una realtà. A dirlo è proprio un sondaggio condotto dal Times of London, il quale ha comunicato dei dati che dovrebbero far riflettere su come oggi le nuove generazioni usano la tecnologia.
Il report ha registrato che un giovane su quattro con una età compresa tra i 18 e i 35 anni non risponde alle telefonate durante il giorno. La statistica comunica che circa il 70% di coloro che hanno partecipato all’intervista ha ammesso di “odiare” le chiamate al cellulare.
Le motivazioni e le modalità preferite dai ragazzi
Secondo l’indagine i motivi che portano i giovani a non rispondere al cellulare sono oggettivamente due. La prima ragione è che la conversazione al telefono è ritenuta estremamente stressante e “noiosa”. La seconda causa, invece, è che le chiamate sono soprattutto oggi delle “messaggere di cattive notizie”. Ciò comporta molta ansia e malessere per le persone. Inoltre la telefonata è vista come un vero e proprio “disturbo”, poiché viste le molteplici e assidue comunicazioni di “spam” dai call center, le chiamate sono ormai ritenuti elementi negativi per le persone.
Le nuove generazioni, quindi, apprezzano utilizzare altre pratiche di comunicazione digitale, viste più dirette, comode e meno “invadenti”. Alcune di queste modalità sono la messaggistica e i “vocali” su piattaforme come WhatsApp. Il messaggio, infatti, permette all’interlocutore di rispondere più tardi con maggiore calma e tranquillità. Inoltre, oggi sono molto usati anche i “messaggi vocali“, ritenuti più comodi e “attraenti” rispetto alle comuni e più formali telefonate.
Tutti i cambiamenti della “generazione silenziosa”
E’ bene sottolineare che i giovani, rispetto agli adulti, sono abituati a diverse modalità comunicative. Infatti, proprio grazie anche alla stessa tecnologia, i ragazzi e le ragazze sono maggiormente abituati a forme di comunicazione di tipo “indiretto”. I messaggi, le chat sui social e anche i comuni “vocali su WhatsApp” permettono agli interlocutori di non avere immediatamente un approccio emotivo, il quale potrebbe “intimorire” di più chi ascolta. Le telefonate, invece, permettono di esprimere maggiori emozioni e sentimenti, anche quelli più aggressivi.
Insomma, sembra che le nuove generazioni siano più “silenziose” e preferiscono adottare altri metodi per comunicare, magari più “timidi” ma probabilmente anche riguardosi delle emozioni e richieste degli altri, soprattutto comunicando digitalmente.
E’ bene, quindi, che gli adulti comprendano e capiscano le preferenze comunicative dei ragazzi, con la consapevolezza che gli stessi non rispondono alle chiamate per “maleducazione”, ma solo perché hanno semplicemente un altro modo di comunicare.