Le dichiarazioni importanti di Novara sulla formazione odierna: verso una scuola più “equilibrata” e serena
L’educazione e la preparazione degli studenti al giorno oggi sono ormai diventati temi fondamentali e complessi. Sempre più esperti del settore cercano ogni giorno di studiare le giuste strategie per rendere la carriera scolastica dei ragazzi costruttiva, efficace e completa, in presenza soprattutto di una società molto difficile da gestire.
Per questo, il pedagogista Daniele Novara, in una intervista al quotidiano La Stampa, ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti su come rendere la scuola di oggi meno competitiva e più “giusta” per i ragazzi.
La visione di Novara: un obiettivo non semplice da perseguire
Secondo il pedagogista occorre rallentare e riflettere su come la scuola si relaziona nei confronti dei ragazzi. I genitori e anche gli insegnanti, quando un ragazzo deve scegliere il proprio percorso scolastico, soffermano l’attenzione sulla “scelta giusta” dell’istituto. In realtà, secondo Daniele Novara, l’obiettivo finale non deve diventare la ricerca della “scuola perfetta” per l’alunno, ma bensì evitare la scelta estremamente sbagliata per lo stesso.
Ciò significa che, secondo l’esperto, i ragazzi molto giovani con una età compresa tra gli 11 e il 13 anni, non hanno ancora sviluppato una sicurezza tale per stabilire il proprio percorso adatto. In merito a ciò, occorre che sia la famiglia, sia gli insegnanti, debbano unire le forze per ragionare insieme allo studente affinché lo stesso si orienti verso una scelta consona e non forzata.
Novara, durante l’intervista, ha infatti citato un esempio lampante:
“Un ragazzo brillante voleva abbandonare gli studi per dedicarsi alla cucina, spinto dal successo di programmi televisivi. Ebbene, in casi simili, un intervento dei genitori può essere necessario. L’orientamento scolastico vero e proprio è più realistico in fase di scelta universitaria. Per le superiori, è importante considerare le inclinazioni del ragazzo, evitando scuole troppo impegnative se non c’è una reale predisposizione allo studio”.
La scuola pubblica italiana: verso un’impostazione meno competitiva
Un altro problema, secondo Novara, è la struttura troppo “dispotica” e competitiva della formazione scolastica in Italia. Inoltre, l’univoco metodo di valutazione da parte degli insegnanti sugli alunni e la libertà di insegnamento tendenzialmente “assolutista” rendono lo stesso sistema molto stressante e opprimente.
In merito a ciò, il pedagogista esorta a rallentare e a rendere la formazione scolastica più libera. Inoltre, a proposito della “scelta dell’istituto” più adatto, Novara suggerisce di programmare gli open day (importanti momenti conoscitivi da non sottovalutare) in periodi settimanali più accettabili, come i sabato mattina. Durante questa giornata, senza impegnare i ragazzi in ore e ore di maratona conoscitiva, gli organizzatori, gli insegnanti, le famiglie e gli studenti dovrebbero insieme valutare solo alcuni elementi essenziali per evitare la cosiddetta “scelta sbagliata”.
Infine, come capire per i genitori e i docenti le reali predisposizioni dei ragazzi verso una tipologia di istituto piuttosto di un altro? Secondo l’esperto, la lettura del ragazzo è un ottimo fattore per comprendere verso quale tipologia di scuola iscrivere il figlio, senza oppressioni.
Novara, durante le sue dichiarazioni nell’intervista, ha concluso dicendo che i docenti non hanno il diritto di realizzare la scuola un “luogo di espiazione”, poiché la formazione scolastica non è sinonimo di punizioni. Per questo, occorre che gli insegnanti siano maggiormente formati dal punto di vista pedagogico, con l’intento di renderli da un lato più professionali e preparati, ma dall’altro soprattutto più umani e educatori.