Varie associazioni scolastiche denunciano l’assenza di interventi specifici nonostante gli aumenti nelle spese di gestione
Le scuole paritarie cattoliche, sostenute dalle principali associazioni di gestori e genitori, hanno espresso grande insoddisfazione per la bozza della Legge di Bilancio 2025. Organizzazioni come AGeSC, Cdo Opere Educative-Foe, Ciofs scuola, Faes, Fidae, Fism, Fondazione Gesuiti Educazione e Salesiani per la Scuola-Cnos Scuola Italia, sotto l’ombrello di Agorà della Parità, hanno criticato la mancanza di nuovi finanziamenti, necessari per far fronte all’aumento dei costi di gestione, e di strumenti per supportare le scuole paritarie e garantire la libertà di scelta educativa alle famiglie. In particolare, si critica la mancanza di interventi per aumentare i fondi esistenti o per introdurre meccanismi come voucher e deduzioni fiscali per le spese di istruzione, strumenti che potrebbero agevolare le famiglie nella scelta della scuola per i propri figli.
La questione economica e la richiesta di parità di trattamento
Il tema del finanziamento alle scuole paritarie è al centro del dibattito politico ed educativo da quasi 25 anni, ossia dall’introduzione della Legge 62/2000, che riconosceva la parità giuridica tra scuole pubbliche e paritarie senza però estendere una reale parità economica. Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi avanti nei contributi statali, ma il sostegno finanziario ricevuto dallo stato è ancora insufficiente per coprire i costi di gestione delle scuole, che quindi pesano maggiormente sulle famiglie.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), ha recentemente richiesto interventi a favore delle scuole paritarie, un appello condiviso dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Solo un mese e mezzo fa, infatti, Valditara aveva dichiarato che i tempi erano ormai maturi per introdurre un sistema di ‘Buono Scuola’ che permettesse alle famiglie di scegliere liberamente tra scuole pubbliche e paritarie. Peccato che, al momento, nella bozza della Legge di Bilancio non risulti nessuna misura del genere a sostegno delle paritarie.
L’impatto delle spese di gestione e la questione dell’inclusività
Le scuole paritarie cattoliche sottolineano come l’inflazione abbia inciso pesantemente sulle loro finanze: negli ultimi tre anni l’aumento dei prezzi ha determinato un incremento del 15% dei costi di gestione, a cui si somma il rialzo del costo del personale, frutto dei rinnovi contrattuali. Queste spese hanno costretto molte scuole ad alzare le rette, aggravando ulteriormente il peso economico per chi sceglie le scuole paritarie.
Un’altra questione che preoccupa gli istituti è l’aumento delle iscrizioni di studenti con disabilità. Durante l’anno scolastico 2023/24, infatti, si è registrato un incremento delle iscrizioni di alunni con disabilità stimato superiore al 10%. Il contributo ministeriale stanziato per coprire parzialmente i costi degli insegnanti di sostegno, fissato a 113,4 milioni di euro, risulta insufficiente per garantire un’istruzione inclusiva e di qualità senza aumentare i costi per le famiglie. Le associazioni chiedono quindi un incremento dei finanziamenti per l’inclusione e una maggiore attenzione alla sostenibilità economica delle scuole paritarie.
È ancora aperto il dibattito tra diritto costituzionale e supporto finanziario
La questione del finanziamento delle scuole paritarie solleva un dibattito di carattere costituzionale. L’articolo 33 della Costituzione italiana stabilisce che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”, il che imporrebbe un limite all’erogazione di fondi pubblici verso le scuole paritarie. Le associazioni, però, sostengono che soprattutto per il primo ciclo scolastico le paritarie svolgano un ruolo cruciale compensando la carenza di istituti pubblici e con un costo inferiore rispetto all’apertura di nuovi istituti statali.
Negli ultimi dieci anni i finanziamenti alle scuole paritarie sono stati rivolti in prevalenza al primo ciclo d’istruzione; per tutti gli altri le famiglie continuano a sostenere parte delle spese pagando una retta che non sarebbe necessaria in un contesto di parità economica reale.
La richiesta è quindi chiara: più fondi per le scuole paritarie, sia per sostenere l’inclusività che per garantire una copertura economica alle spese di gestione. Resta ora da vedere se il Governo sarà disposto a introdurli nella Legge di Bilancio.