Legge sulle competenze per la vita: arrivano a scuola empatia e gestione dello stress - Studentville

Legge sulle competenze per la vita: arrivano a scuola empatia e gestione dello stress

Legge sulle competenze per la vita: arrivano a scuola empatia e gestione dello stress

Via libera alla sperimentazione di abilità non cognitive nelle scuole medie e superiori. Si punta a ridurre la dispersione scolastica e a formare cittadini più consapevoli e resilienti.

Con 80 voti favorevoli e 47 astenuti, il Senato ha approvato in via definitiva la legge che introduce le competenze non cognitive nei percorsi scolastici italiani. La norma, promossa dai deputati Maurizio Lupi e Alessandro Colucci di Noi con l’Italia, segna una svolta per il sistema educativo puntando a formare gli studenti non solo dal punto di vista accademico, ma anche sul piano emotivo e relazionale.

A partire dall’anno scolastico 2024/2025, il provvedimento sarà attuato con una sperimentazione triennale rivolta alle scuole medie e superiori. L’obiettivo è integrare abilità essenziali come l’empatia, la gestione dello stress e la comunicazione efficace nei programmi scolastici per cercare di ridurre la dispersione scolastica e migliorare la qualità della formazione complessiva.

Cosa sono le competenze per la vita?

Definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come life skills, le competenze non cognitive includono una serie di abilità utili per affrontare le sfide quotidiane e professionali. Si tratta di capacità che vanno oltre le tradizionali materie scolastiche e comprendono la gestione delle emozioni, il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e la capacità di relazionarsi con gli altri.

Queste abilità sono fondamentali per formare cittadini responsabili, in grado di vivere anche situazioni complesse con equilibrio e consapevolezza. La legge, quindi, vuole oltrepassare il modello educativo tradizionale e offrire agli studenti strumenti utili per affrontare in modo costruttivo la vita adulta.

La sperimentazione nelle scuole

Il programma partirà con la formazione dei docenti. Durante il primo anno, gli insegnanti seguiranno corsi specifici offerti da enti accreditati, scelti autonomamente dalle scuole, per acquisire le competenze necessarie a integrare le life skills nei piani di studio. Nei due anni successivi, le competenze non cognitive verranno progressivamente introdotte nelle classi, seguendo le linee guida nazionali, ma con piena autonomia per le scuole.

Una commissione composta da esperti, accademici e dirigenti scolastici in pensione monitorerà gli avanzamenti e gli effetti del programma, che non saranno valutati non solo durante il ciclo scolastico, ma anche nel primo anno di eventuali percorsi universitari.

Obiettivi a lungo termine e impatto sociale

L’introduzione di queste competenze mira a formare una generazione di studenti più consapevoli, resilienti e capaci di affrontare le sfide future con equilibrio e creatività. «La scuola non forma solo la mente, ma anche la coscienza», ha dichiarato Ella Bucalo, senatrice di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Cultura e Istruzione del Senato.

La legge si pone inoltre l’obiettivo di ridurre la dispersione scolastica, un problema particolarmente sentito nelle regioni del Sud. Secondo i dati del 2024, il tasso di abbandono scolastico è sceso al 9%, segnando un miglioramento significativo. «Questo provvedimento rappresenta un passo concreto per affrontare il problema dell’abbandono scolastico, in linea con gli obiettivi del Pnrr» ha aggiunto la senatrice Bucalo.

Un passo verso il futuro

Con questa riforma, l’Italia si allinea a un modello educativo più moderno e inclusivo, riconoscendo che il successo degli studenti non dipende solo dalle competenze accademiche, ma anche dalla loro capacità di affrontare il mondo con consapevolezza ed empatia. Se la sperimentazione avrà successo, le life skills potrebbero diventare parte integrante del percorso formativo di ogni studente italiano, aiutando le prossime generazioni ad affrontare le sfide di un futuro sempre più complesso.

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