La proposta di proroga dell’anno accademico 2022-2023 presentata dalle opposizioni ‒ Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra ‒ è stata bocciata dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, generando delusione e scontento tra gli studenti universitari. L’emendamento, che prevedeva l’estensione dei termini accademici fino al 15 giugno e l’istituzione di una sessione straordinaria a inizio giugno, mirava a concedere più tempo ai laureandi che avevano subito i pesanti disagi causati dalla pandemia di Covid-19 sul proprio percorso accademico.
Le proteste degli studenti e gli appelli ignorati dal governo
L’Unione degli Universitari, tra i principali promotori della misura, ha manifestato la propria indignazione di fronte al rifiuto del Governo di confrontarsi sulla questione. Nonostante gli appelli rivolti alla Ministra Bernini e alla maggioranza, sottolineando i gravi disagi subiti dagli studenti a causa delle restrizioni alle attività in presenza negli atenei, il Governo ha scelto di non rispondere alle richieste degli studenti.
“Teoricamente – ha affermato il sindacato studentesco – è possibile presentare nuovamente l’emendamento durante il passaggio in aula, ma sembra che il Governo porrà la fiducia sull’approvazione del Decreto Milleproroghe, senza alcuna modifica. Questo farebbe decadere in automatico gli emendamenti presentati in Aula. Diventa pertanto molto difficile ottenere la proroga nazionale dell’anno accademico, uniforme per tutti gli atenei”.
La possibilità di proroga autonoma da parte degli atenei
Sebbene l’emendamento sia stato bocciato a livello nazionale, l’Unione degli Universitari rassicura che gli atenei conservano la possibilità di adottare autonomamente misure di proroga dell’anno accademico o di introdurre agevolazioni e sconti sulle tasse universitarie per i laureandi. In questo contesto, l’UDU si impegna a promuovere azioni a livello locale per tutelare gli interessi degli studenti.
Le critiche all’operato del governo
La decisione della maggioranza di bocciare l’emendamento ha sollevato pesanti critiche sul modo in cui il Governo ha gestito la questione, considerando l’urgenza di supportare gli studenti universitari che hanno subito gli impatti della pandemia sul proprio percorso di studi. La mancata proroga dell’anno accademico potrebbe infatti compromettere il percorso di laurea di molti studenti, lasciando loro meno tempo per completare gli esami con ripercussioni sulla carriera accademica e professionale.
I prossimi passi e la possibilità di nuove iniziative di protesta
Nonostante la grande delusione, gli studenti dell’Unione degli Universitari rimangono determinati a difendere i propri diritti e ad agire per garantire una maggiore tutela per i laureandi. L’attenzione ora si concentra sulle possibili azioni future, comprese nuove forme di protesta e mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e ottenere il sostegno necessario per le richieste degli studenti universitari.