Il percorso scolastico che punta a valorizzare il patrimonio culturale e produttivo italiano è pronto al debutto, ma non mancano le criticità segnalate dagli esperti.
Il Liceo del Made in Italy mira a formare giovani capaci di comprendere e promuovere la complessità e il valore culturale del Made in Italy, aprendo per loro nuove prospettive sia sul piano lavorativo che su quello formativo.
L’ultima riforma del Governo modifica l’impianto del DPR 89/2010 per privilegiare Diritto ed Economia, affiancate da percorsi interdisciplinari incentrati sulla cultura e sulla comunicazione. Tra gli aspetti più innovativi previsti dal regolamento vi sono i due percorsi laboratoriali pensati per approfondire le strategie di mercato e le competenze necessarie alla valorizzazione dei settori chiave del Made in Italy, dalle tradizioni artigianali alla moda, fino all’alta cucina e al design.
Le criticità sollevate da Apidge: risorse finanziarie e competenze linguistiche
Nonostante sia nato con le migliori intenzioni, Apidge, l’associazione degli insegnanti di Scienze giuridiche ed economiche, ha espresso notevoli preoccupazioni sul futuro del Liceo Made in Italy. L’associazione ha evidenziato la scarsità delle risorse stanziate da governo, che sembrano del tutto insufficienti a garantire il corretto funzionamento e sviluppo del percorso scolastico. Inoltre, Apidge suggerisce un’ulteriore modifica: prevedere un biennio comune tra il Liceo economico-sociale e il Liceo del Made in Italy, così da consentire a studenti e famiglie di scegliere il percorso più adatto solo al terzo anno.
Un altro punto critico riguarda l’obbligo di insegnamento di una disciplina in lingua straniera per almeno un terzo del monte ore annuo a partire dal terzo anno. Questa disposizione richiede che il corpo docente disponga di elevate competenze linguistiche per insegnare una materia tecnica in lingua straniera, aspetto che potrebbe complicare l’organizzazione e l’efficacia didattica nelle scuole.
Il Governo ha risposto a queste critiche annunciando che sarà effettuata una rimodulazione delle dotazioni organiche già esistenti: in particolare, per rispondere ai fabbisogni economici del Liceo del Made in Italy, il Governo ha previsto una riduzione dei posti per Filosofia, Scienze Umane e Lingue e culture straniere.
Cosa riserva il futuro ai diplomati del Liceo del Made in Italy?
Per i diplomati del Liceo del Made in Italy, le opzioni post-scolastiche sono diverse e rispondono a varie attitudini e aspirazioni professionali. Tra le scelte più ovvie vi è il percorso universitario, dove gli studenti potranno indirizzarsi verso atenei che offrono piani di studio incentrati sulla valorizzazione dei settori cardine del Made in Italy.
Per coloro che aspirano a una formazione altamente specializzata, vi è la possibilità di iscriversi ai percorsi di alta formazione, mentre chi desidera entrare rapidamente nel mondo del lavoro può scegliere gli ITS Academy (Istituti Tecnologici Superiori). Questi percorsi biennali o triennali offrono una preparazione tecnica avanzata in sei aree tecnologiche, rispondendo alla crescente domanda di figure specializzate nei settori dell’innovazione e della tecnologia.
Per gli studenti interessati alla mediazione linguistica, invece, le Scuole Superiori per Mediatori Linguistici (S.S.M.L.) permettono di approfondire lo studio delle lingue in un contesto altamente professionale.
Il futuro del Liceo del Made in Italy tra ambizioni e incertezze
Il debutto del Liceo del Made in Italy rappresenta un passo importante per il sistema scolastico italiano, che punta a promuovere e preservare l’identità culturale e produttiva del Paese attraverso un percorso formativo unico. Tuttavia, le perplessità espresse da Apidge e le sfide legate alle risorse finanziarie e alla formazione del corpo docente indicano che c’è ancora molto da fare affinché questo nuovo indirizzo di studi possa rispondere appieno alle aspettative di aziende e studenti.