Lunedì mattina l’Italia si è svegliata con la notizia riguardante il risultato delle elezioni. Se c’è chi ne ha gioito, c’è stato qualcun altro che, invece, non ne ha condiviso l’esito. Stiamo parlando, in particolare, del liceo classico Alessandro Manzoni di Milano. Che, per protesta, è stato occupato dai suoi studenti. Le motivazioni, se ancora non fossero chiare, riguardano il dissenso nei confronti di un futuro governo guidato da Giorgia Meloni. Ma anche l’alternanza scuola – lavoro dopo la morte di Giuliano De Seta. A chiarire la posizione degli studenti ci ha pensato Chiara Martinelli, componente del Collettivo Manzoni.
Liceo Manzoni occupato dagli studenti per protesta contro risultato elezioni
La ragazza ha fatto sapere che, con tale loro decisione, gli studenti hanno inteso protestare contro la vittoria di Fratelli d’Italia e l’ascesa di un governo erede del Movimento Sociale Italiano e delle sue politiche omofobe, sovraniste e di odio. Le priorità per gli studenti dovrebbero essere l’ecologismo, la tutela della comunità LGBTQ, l’antirazzismo e l’antifascismo. Ma anche l’istruzione, spesso considerata l’ultima ruota del carro e non attenzionata come si dovrebbe (e da chi dovrebbe).
I dati in merito sono allarmanti: il 40% degli edifici italiani che ospitano le scuole sono ridotti veramente male. Ma anche il fattore riguardante la precarietà dei docenti andrebbe definito una volta per tutte. Senza contare i programmi scolastici, obsoleti e discriminatori nei confronti delle donne.
La fine dell’occupazione ed il comunicato degli studenti
Iniziata lunedì, si è conclusa come avevano programmato martedì sera l’occupazione degli studenti del liceo milanese. Come è stato diffuso in un comunicato diramato ieri:
“Ci è stato chiesto spesso il perché della nostra azione: la situazione politica e sociale all’esterno della nostra scuola ce lo ha imposto, tra studenti uccisi dall’alternanza scuola lavoro, un’emergenza climatica che devasta e rovina i luoghi in cui trascorriamo le nostre vite, e, in ultimo, la vittoria di un partito che storicamente rimane legato a immagini e retoriche fasciste. La nostra sfiducia nei confronti di queste istituzioni politiche è totale e fondata sulla consapevolezza che nessuno tra i partiti del paese si sia posto come priorità le nostre necessità generazionali”.
I ragazzi hanno così commentato la “minaccia” della preside Milena Mammani – che ha convocato un consiglio d’istituto straordinario – di attribuire un 5 in condotta agli studenti che hanno deciso di occupare:
“L’unica risposta che l’istituzione scolastica, nella figura della dirigente, è riuscita a darci è quella di una criminalizzazione del nostro gesto, accompagnata da minacce di forti provvedimenti didattico-disciplinari nei confronti di chi ha portato avanti la contestazione, con un chiaro intento divisivo e repressivo”.
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