Il Liceo Tasso di Roma si è trovato al centro di una controversia educativa e disciplinare che ha suscitato ampio dibattito. Il 4 dicembre, un gruppo di studenti ha occupato l’istituto per una settimana, sollevando questioni riguardanti la libertà di espressione e il diritto allo studio. In risposta, il preside Paolo Pedullà ha proposto una serie di sanzioni che includono dieci giorni di sospensione, due dei quali senza obbligo di frequenza, attività socialmente utili nel pomeriggio e un voto di condotta pari a 5 nel trimestre.
Questa decisione ha scatenato delle reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi sostiene la necessità di mantenere l’ordine e il rispetto delle regole all’interno dell’ambiente scolastico. Dall’altro, alcuni vedono in queste misure un’eccessiva severità che potrebbe compromettere il futuro accademico degli studenti coinvolti, in particolare per coloro che aspirano a proseguire gli studi all’estero.
Il preside Pedullà, nel delineare le sanzioni, ha sottolineato l’importanza di una funzione educativa, piuttosto che punitiva, delle misure adottate. Ha inoltre evidenziato che, nonostante i danni materiali causati durante l’occupazione, la sua preoccupazione principale riguarda le modalità con cui gli studenti hanno scelto di esprimere le loro opinioni e rivendicazioni.
I danni materiali subiti dalla scuola includono la rottura della vetrata del portone d’ingresso, serrature degli uffici danneggiate, manomissione della cassaforte, furto di alcuni oggetti e di circa cinquanta badge nuovi, oltre ai costi per la sanificazione dell’istituto, stimati in quasi tremila euro.
Il 27 dicembre sono iniziati i colloqui con gli studenti coinvolti e i loro genitori, volti a chiarire le posizioni e le ragioni dietro il procedimento disciplinare. Questi incontri, secondo il preside, non hanno avuto un carattere inquisitorio, ma piuttosto di dialogo e comprensione reciproca.
La presidente del consiglio d’istituto, Emilia Grossi, ha ribadito l’impegno nell’individuare una soluzione equa, che tenga conto sia delle esigenze disciplinari sia delle preoccupazioni degli studenti. Tuttavia, la decisione di intervenire anche sulle pagelle ha suscitato ulteriori preoccupazioni tra gli studenti, in particolare per quelli che temono ripercussioni sul loro percorso universitario.
Un’attivista del collettivo studentesco del Liceo Tasso, che ha preferito rimanere anonima, ha espresso rammarico per le possibili conseguenze sul proprio futuro accademico, ma non ha rinnegato la scelta di partecipare all’occupazione.
In conclusione, la situazione al Liceo Tasso di Roma pone interrogativi fondamentali sull’equilibrio tra disciplina e libertà di espressione in ambito scolastico. Le decisioni prese dal consiglio di classe nelle prossime settimane saranno cruciali non solo per determinare le conseguenze immediate per gli studenti coinvolti, ma anche per definire un modello di gestione dei conflitti e delle proteste studentesche in futuro.