In un liceo di Trieste arrivano i bagni no gender - Studentville

In un liceo di Trieste arrivano i bagni no gender, scoppia la polemica

Nel liceo Galilei di Trieste sono stati introdotti, in via sperimentale, i bagni gender neutral: le polemiche non sono tardate ad arrivare.
In un liceo di Trieste arrivano i bagni no gender, scoppia la polemica
Nel liceo Galilei di Trieste sono stati introdotti, in via sperimentale, i bagni gender neutral: le polemiche non sono tardate ad arrivare.

Bagni “no gender” in un liceo di Trieste

Nel liceo scientifico di Trieste “Galileo Galilei”, che conta quasi mille studenti e più di 40 classi, è stata avviata una sperimentazione che sta facendo molto discutere, e non solo all’interno dell’istituto. La dirigente ha introdotto dei bagni senza distinzioni di genere. Che, a quanto pare, farebbero parte di un progetto di inclusione ben più ampio che mira a promuovere il rispetto e la tutela di tutti gli studenti, cercando di combattere stereotipi e discriminazioni.

L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto di inclusione

I bagni “no-gender” sono attualmente in fase di sperimentazione, per questo interessano solo un piano della sede centrale. Ma, nei prossimi mesi, la dirigente ha in programma una serie di incontri di formazione per i docenti su queste tematiche.

L’iniziativa, come detto in apertura, ha generato diverse polemiche, tra le quali un dibattito tra l’Ufficio scolastico regionale e l’assessorato. La dirigente ha però dichiarato di essere aperta a tornare sui propri passi. Qualora le studentesse manifestino disagio o trovino questa soluzione poco funzionale, sarebbe pronta a rivedere la decisione.

Non sono tardate ad arrivare le critiche

In particolare, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha criticato la decisione di introdurre questi bagni “gender neutral” definendola una misura ideologica che non risponde alle priorità degli studenti.

Anche Daniela Beltrame, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia, ha espresso perplessità a riguardo, giudicando “ridicolo” legare il tema della discriminazione ai servizi igienici. La stessa ha suggerito l’eventualità di introdurre un “servizio aggiuntivo con la scritta ‘per tutti'”, come possibile compromesso.

Più critica è stata la posizione assunta dall’assessora regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, che ha dichiarato di essere rimasta sorpresa per la scelta della nuova dirigente scolastica di concentrarsi su questa iniziativa, piuttosto che sulle questioni legate all’offerta formativa o alla didattica.

La difesa della consigliera regionale Giulia Massolino

In difesa della preside e dell’iniziativa che ha lanciato è intervenuta la consigliera regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Giulia Massolino, che ha definito anacronistica la polemica scaturita dalla sperimentazione dei bagni. Sottolineando, tra l’altro, come l’iniziativa abbia un obiettivo legittimo di inclusione.

Secondo Massolino è sorprendente che, nel 2024, ci sia ancora un’opposizione così forte a una proposta volta a promuovere il rispetto delle differenze. Del resto, il liceo di Trieste non è il primo ad aver adottato un tale provvedimento. Già la Bocconi di Milano, in perfetta promozione dei valori che professa – libertà di espressione, uguaglianza, solidarietà, promozione della diversità, tra gli altri – lo ha fatto a inizio 2024.

Massolino ha anche criticato l’intervento della Regione: “Il fatto che […] intervenga anche per decretare chi possa entrare o meno nei bagni di una scuola è incommentabile”. “Dov’è l’autonomia scolastica?”, ha dichiarato.

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Foto apertura di RDNE Stock project via Pexels

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