Livorno, la scuola nei moduli prefabbricati allagata: mobilitazione dei genitori

Livorno, la scuola nei prefabbricati allagata: mobilitazione dei genitori

A Livorno, la scuola Micheli-Lamarmora è in crisi per frequenti allagamenti. I genitori organizzano una mobilitazione per chiedere maggiori condizioni di sicurezza.
Livorno, la scuola nei prefabbricati allagata: mobilitazione dei genitori

A Livorno, la situazione della scuola Micheli-Lamarmora sta diventando sempre più preoccupante. Circa 350 bambini, dall’età di tre fino agli 11 anni, frequentano quotidianamente una struttura provvisoria composta da moduli prefabbricati, installati all’interno del parco delle Mura Lorenesi.

Questa soluzione temporanea, adottata da settembre dopo la chiusura dell’edificio storico per lavori di ristrutturazione, si è trasformata in un vero incubo a causa di ricorrenti allagamenti. Ogni precipitazione, anche moderata, provoca infiltrazioni rendendo gli ambienti pericolosi e inadeguati.

L’ultimo episodio ha causato la chiusura della scuola materna e di tre classi delle elementari, spingendo i genitori ad organizzare una mobilitazione.

Le reazioni delle autorità e dei genitori

Di fronte all’emergenza, il sindaco Luca Salvetti e la vicesindaca Libera Camici avevano assicurato che la struttura fosse stata messa in sicurezza.

Dopo l’ultimo episodio di allagamento, la vicesindaca ha dichiarato: “I vigili del fuoco hanno rimarcato che non ci sono situazioni di pericolosità della struttura ma che sicuramente queste infiltrazioni devono essere superate”.

Secondo il Comune, la responsabilità degli interventi ricade sulla ditta siciliana Interguest, che gestisce i moduli: “È competenza della ditta risolvere le criticità, noi ovviamente abbiamo sollecitato”.

I genitori, tuttavia, non si fidano delle rassicurazioni ufficiali. Hanno proclamato lo stato di agitazione e organizzato una mobilitazione per giovedì 13 marzo, la seconda dopo quella del 28 febbraio che aveva visto l’adesione del novanta per cento delle famiglie.

In un comunicato, i genitori hanno espresso la loro esasperazione: “A questo punto la misura è colma, non è più tollerabile alcuna scusa o giustificazione. Pretendiamo una scuola degna di questo nome che non ci costringa a controllare sempre le previsioni meteo”. Denunciano inoltre che la preside Cecilia Semplici, ex consigliera comunale Pd, tenderebbe a minimizzare la situazione dichiarando la scuola sicura, nonostante l’evidenza dei problemi.

L’impatto sulla didattica

Gli alunni sono costretti a consumare i pasti sugli stessi banchi utilizzati per le lezioni, senza una mensa adeguata. In alcune occasioni, i bambini fanno merenda seduti sul pavimento per mancanza di spazi idonei.

I problemi strutturali compromettono anche gli strumenti didattici: i libri non possono essere lasciati nelle aule poiché l’elevata umidità li danneggia irrimediabilmente, gonfiandoli e rendendoli inutilizzabili. Durante l’inverno, il malfunzionamento del riscaldamento in diverse classi ha costretto gli studenti a stiparsi nell’angusta aula di informatica per un intero mese, compromettendo la continuità didattica.

Le precarie condizioni ambientali influiscono negativamente sulla concentrazione dei bambini e sull’efficacia dell’insegnamento, creando un clima di incertezza che condiziona l’intero percorso formativo dei 350 alunni coinvolti.

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