Coloro che non possiedono uno smartphone water proof, ovvero resistente all'acqua, ed abbiano visto il proprio device spegnersi inesorabilmente una volta a contatto con dell' h2o ha probabilmente cercato la soluzione su Google.
"Come fare a resuscitare il mio smartphone caduto in acqua?". Molti avranno avuto l'idea di seguire uno dei consigli più in voga sul web. "Fai riposare il device in una scatola di riso e tutto tornerà come prima".
Una cattivissima idea. Nata da una leggenda metropolitana sfatata una volta per tutte dall'esperto Michael Zalenko in un articolo apparso su the Verge. Insomma, l'unica maniera per rigenerare uno smartphone caduto in acqua è quello di farlo asciugare all'aria aperta. E poi…sperare di vederlo resuscitare. In caso contrario non c'è alternativa all'assistenza.
Ma com'è nata una bufala del genere? Storia del 2000. Un utente, proprietario di un Nokia 5310 'annacquato', chiese suggerimenti per risolvere la questione. Peccato che si ritrovò la risposta di un buontempone. "Metti il cellulare nel riso, fidati". Ancora più peccato che l'utente seguì il consiglio. Peggio ancora che in tutti questi anni in molti abbiano creduto al riso come taumaturgo dell'hi tech.
"Ma è anche probabile che la leggenda metropolitana sia nata negli anni '40, ben prima dell'avvento di internet", spiega Zalenko. "Ad esempio, all'epoca veniva consigliato di immergere nel riso una macchina fotografica in tilt a causa dell'acqua".
"Si puntava, cioè, nella capacità dell'alimento di assorbire l'umido. E' vero, però, che questa caratteristica è apprezzabile solo se si utilizzano grossissime quantità del cereale. Lasciare lo smartphone all'aria aperta è ancora il metodo più efficace per farlo asciugare".
Insomma, meglio che nel riso ci finisca lo zafferano. L'hi tech può attendere.