L’Università europea di Fiesole propone di cambiar nome al “Natale”: si aprono le polemiche - Studentville

L’Università europea di Fiesole propone di cambiar nome al “Natale”: si aprono le polemiche

Tra le alternative proposte c’è Festa d’Inverno. Non si placano invece le accese discussioni verso un’iniziativa che voleva solo promuovere l’inclusività eliminando i riferimenti religiosi legati alle festività.
L’Università europea di Fiesole propone di cambiar nome al “Natale”: si aprono le polemiche

In questi giorni l’Università europea di Fiesole è sotto i riflettori per un’iniziativa quanto mai originale e controversa: sta considerando di cambiare nome alle festività natalizie. L’idea sarebbe quella di sostituire il termine “Natale”, troppo legato alla religione, con qualcosa di più inclusivo, come “Festa d’Inverno”. Questa proposta è stata avanzata per salvaguardare l’inclusività e rispettare i principi di uguaglianza etnica e razziale, come sottolineato nel “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale 2023-2026” dell’università stessa.

Come è stata scoperta la proposta

A svelare l’iniziativa è stata l’agenzia di stampa Servizio informazione religiosa (Sir) che è venuta a conoscenza della cosa attraverso una corrispondenza interna all’istituto, in particolare da una lettera del presidente dell’università, Renaud Dehousse. L’idea alla base di questa iniziativa è quella di rispettare le festività religiose e culturali inserendole a calendario, ma assicurando, al tempo stesso, che il linguaggio utilizzato per comunicarle sia inclusivo. Al momento il cambio nome è ancora in fase di valutazione e non è stato ancora formalmente adottato.

Le critiche all’iniziativa

Le prime critiche alla proposta sono arrivate subito, sia dall’interno che dall’esterno dell’istituto. Alcuni membri dell’università ritengono che il termine “Natale” sia legato alla cultura italiana e che rappresenti qualcosa di più ampio della religione. All’esterno dell’ambiente universitario, la proposta ha generato diverse polemiche tra i politici locali arrivando fino all’ambito europeo.

L’europarlamentare Susanna Ceccardi ha criticato la proposta, affermando: “Questa proposta apparentemente sconclusionata risponde in realtà a un’ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture. Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi”.

Anche altri politici hanno espresso preoccupazioni simili. La consigliera del Comune e della Città metropolitana di Fiesole, Alessandra Gallego, ha dichiarato che “Se il presidente dell’Iue vuole annullare il Natale, allora si trovi anche un’altra sede per svolgere la sua attività, l’Istituto ha la propria sede nella Badia fiesolana, un luogo dove nel passato sorgeva l’oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole). Questa decisione sembra completamente fuori luogo e dimostra una mancanza di rispetto per le tradizioni italiane e per il significato profondo che il Natale ha per tantissime persone”. Secondo Marco Stella, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale: “questa non è laicità ma laicismo. Una sana laicità prevede pluralismo e dialogo, non la cancellazione della storia e dell’identità. Fa un po’ sorridere, oltretutto, vedere che questa idea arriva da un istituto universitario che ha sede in uno storico convento cattolico”.

Laicità e pluralismo culturale

La proposta di modificare il termine “Natale” ha anche portato all’avvio di una discussione più ampia sulla laicità e sul pluralismo culturale. Alcuni ritengono che cercare di eliminare i riferimenti religiosi dalle festività sia un eccesso di laicismo e che una vera laicità dovrebbe promuovere il dialogo e il rispetto reciproco delle diverse tradizioni. In conclusione, nella società moderna bilanciare il rispetto delle tradizioni culturali e religiose con la necessità di inclusione è ancora un tema ampiamente da trattare. La decisione finale dell’istituto fiorentino rimane in sospeso, ma le reazioni e il dibattito suscitati dall’iniziativa non lasciano spazio a molti dubbi su come finirà la vicenda.

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