In Corea del Sud 100.000 maestri di scuola elementare sono scesi in piazza per protestare contro gli episodi di bullismo ai quali sono sempre maggiormente esposti. E per chiedere di ricevere una maggiore protezione sul luogo di lavoro. L’elemento scatenante è stato, in particolare, il suicidio di una maestra di soli 23 anni, che dopo essere stata vessata per mesi dai genitori dei suoi alunni, ha deciso di porre fine alla propria vita.
La situazione degli insegnanti in Corea del Sud
In Corea, si sta verificando da tempo un preoccupante aumento dei casi di violenza fisica e aggressioni rivolte agli insegnanti da parte di studenti e genitori. Questa tendenza è stata innescata, in parte, dal calo del tasso di natalità, che ha portato ad un interesse sempre più crescente da parte dei genitori sulla vita scolastica dei propri figli, proprio al fine di garantirne il successo. Ciò sta provocato una grande pressione (psicologica) sui giovani da parte delle proprie famiglie. Si tratta di comportamenti drammatici e purtroppo non isolati che sembrano celare una tendenza più ampia.
L’interferenza eccessiva dei genitori sta infatti avendo come risultato una diminuzione della fiducia nella scuola e negli insegnanti. Il tutto, in un contesto nel quale i docenti hanno già a che fare con degli stipendi piuttosto bassi ed un costo elevato dei beni. Tale fenomeno sarebbe confermato dai dati forniti dalla Confederazione coreana dei sindacati, secondo i quali il tasso di soddisfazione lavorativa degli insegnanti sarebbe sceso al di sotto del 25%.
Il suicidio di una maestra di 23 anni per il bullismo dei genitori
A scatenare le proteste, come anticipato, è stata la tragica morte della giovane insegnante Lee Min-so, che ha scosso la Corea ed ha provocato un’ondata di indignazione tra gli insegnanti delle scuole elementari del paese. Secondo quanto riportato dalla BBC, Lee è stata trovata morta in un armadio della sua scuola a luglio, e gli investigatori ritengono che si sia suicidata. In parte, se non esclusivamente, a causa delle difficoltà affrontate sul lavoro, all’interno dell’ambiente scolastico.
La morte di Lee non ha fatto altro che portare alla luce il pesante clima di pressione che molti insegnanti devono sopportare a causa dei genitori prepotenti. I docenti, infatti, lamentano da tempo di vivere una situazione insostenibile, con i genitori che li chiamano a tutte le ore del giorno e della notte, senza rispettare i giorni di riposo o i fine settimana. Il tutto, solo per esprimere incessanti e ingiuste lamentele.
Secondo quanto ha dichiarato il cugino della maestra alla BBC, la ragazza insegnava da poco più di un anno, ma si era già scontrata con la prepotenza dei genitori. Inoltre, era da tempo vittima di una serie di telefonate da parte di questi ultimi. L’ultimo flusso era stato provocato da un incidente a scuola: uno degli studenti aveva ferito un compagno con una matita alla testa.
Per solidarietà da un lato, e per richiamare l’attenzione dall’altro, migliaia di insegnanti sono scesi in piazza ed hanno protestato nelle strade di Seul. Temono di essere accusati ingiustamente di maltrattamento nei confronti dei bambini per il solo fatto di cercare di imporre la disciplina o di intervenire durante i conflitti tra gli stessi. Una situazione che sta diventano davvero insostenibile.
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